“È la seconda volta che la privatizzazione fallisce. Noi ci abbiamo messo la faccia davanti ai lavoratori, con un difficile accordo che ha comportato tagli agli stipendi e altri 2mila lavoratori in meno. L’azienda, invece, non ha rispettato il piano industriale. Doveva aumentare la flotta ma alla fine ci sono solo 2 aerei in più rispetto ai 15-20 promessi. Sulle rotte intercontinentali non ha investito. Ora non possono venire a chiederci nuovi sacrifici. Non è credibile il management e non saremmo credibili noi se li accettassimo”. Così, nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, parla del caso Alitalia e della possibilità che i dipendenti paghino ancora la crisi eterna della compagnia aerea italiana, con 2.000 esuberi circa, il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo. Che, guardando alla condizione generale in cui versa il mercato del lavoro italiano, prevede:
“Il 2017 sarà molto difficile perché le 145 crisi aziendali aperte non disporranno più dei vecchi ammortizzatori sociali. Niente indennità di mobilità, né cassa integrazione per chiusure aziendali. Sarà l’anno in cui dovremo difendere i posti di lavoro. E il sindacato dovrà farlo senza perdere credibilità. Lo dico pensando proprio ad Alitalia“.
Tra l’altro proprio ieri il quotidiano Il Messaggero ha riportato l’ipotesi di tagli al personale fino a 4.000 unità, in una compagnia che ne conta 12.000. In poche parole, se le indiscrezioni venissero confermate, Alitalia manderebbe a casa un terzo dei suoi dipendenti.
Non invoca un intervento dello Stato, Barbagallo, ma chiede “al governo, che lunedì incontrerà i vertici aziendali, che chiarisca le responsabilità della situazione e spinga per un cambio di rotta, con un piano industriale basato sul rilancio delle rotte internazionali“. Aggiunge che “se Alitalia continua a restare centrata sul piccolo e medio raggio, continuerà a perdere. Ma non possono essere ancora i lavoratori a pagare. I dipendenti Alitalia guadagnano meno di Klm, Air France e Delta. E non possiamo certo confrontarci con Ryanair che paga le tasse in Irlanda“.
E sulla polemica sui voucher il giudizio di Barbagallo è inequivocabile:
“Allargare i voucher rispetto alla legge Biagi che li prevedeva solo per il lavoro occasionale ha favorito la precarietà e in certi casi l’illegalità, pensiamo all’edilizia e agli infortuni sul lavoro. Il rimedio della tracciabilità dei buoni non basta. Si deve tornare all’impostazione originaria, togliendo tutti i settori dove i voucher non hanno senso”.