Salta il veto su Giuseppe Conte a Palazzo Chigi ma nuovi nomi ai vari ministeri. Potrebbe essere questa la svolta per la trattativa in corso tra Pd e Movimento Cinque Stelle per porre fine alla crisi di governo. Lo rivela Il Sole 24 Ore secondo cui la trattativa si sta sviluppando sullo “scambio” tra Conte a Palazzo Chigi, dunque, e alcuni ministeri chiave al Pd.
Interni (potrebbe essere Marco Minniti ma resta l’ipotesi di Raffaele Cantone o, anche se più improbabile, del capo della Polizia Franco Gabrielli), Esteri (il candidato del Pd per questa casella è Paolo Gentiloni) e naturalmente Economia: in casa zingarettiana si fanno i nomi di Antonio Misiani, attuale responsabile economico del Pd, e in casa renziana di Roberto Gualtieri, presidente della commissione Bilancio a Strasburgo, ma sullo sfondo resta il ritorno di Pier Carlo Padoan. E non è esclusa la conferma di Giovanni Tria nel caso di impasse.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti vorrebbe anche far contento l’ex premier Matteo Renzi inserendo nel governo giallo-rosso, così è stata ribattezzata la possibile nuova coalizione di maggioranza, alcuni nomi vicini all’ex sindaco di Firenze come Ettore Rosato che potrebbe finire dritto dritto alla Difesa e Lorenzo Guerini ai Servizi segreti. Il nodo più grande da sciogliere rimane il destino del capo politico dei cinque stelle Luigi Di Maio mentre rimarrebbero della vecchia compagine dei 5S Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede e al posto di Danilo Toninelli alle Infrastrutture potrebbe andare un ministro Pd. Ieri al Nazareno dopo un’intesa giornata di lavori, Zingaretti ha ribadito la sua contrarietà ad un “rimpastone” perché serve “discontinuità”.
“Noi pensiamo e continuo a pensare che in un governo di svolta la discontinuità debba essere garantita anche da un cambio di persone. L’Italia non capirebbe un rimpastone del governo che è caduto”.Ancora