ROMA (WSI) – Slovenia sempre più allarmata dalla crisi dei migranti, pronta ora a chiedere all’Unione europea aiuti militari. Lo stato balcano starebbe valutando la possibilità di ricorrere a una clausola di solidarietà presente nei trattati Ue, mai utilizzata in precedenza. Uno stesso funzionario governativo sloveno ha confermato l’intenzione del paese di fare appello a quello che è l’Articolo 222, considerato una “valida opzione”. Questo, mentre il Financial Times riporta la decisione dell’Austria di costruire una barriera lungo i suoi confini con la Slovenia, per permettere che i flussi di rifugiati e immigrati nel paese entrino “in modo ordinato”.
Il premier sloveno Miro Cerar ha già avvertito Bruxelles, affermando che l’Ue si spezzerà, a meno che non si farà qualcosa il prima possibile per alleviare una pressione che sta diventando “insopportabile”, mentre il ministro degli Esteri Karl Erjavec non ha escluso la costruzione di un muro per bloccare l’arrivo dei migranti.
La clausola di solidarietà recita che gli stati membri dell’Ue “dovranno mobilitare tutti gli strumenti a loro disposizione, incluse risorse militari”, nel caso in cui il paese richiedente sia stato colpito da un attacco terroristico o sia vittima di un disastro naturale o causato dall’uomo.
La crisi dei migranti ha portato quasi 700.000 persone in Europa dall’inizio dell’anno.
Quella dell’Austria sarebbe la prima barriera fisica costruita tra due paesi che fanno parte dell’area di Schengen.
Il ministro austriaco degli interni, Johanna Mikl-Leitner, ha ribadito che l’Austria non chiuderà totalmente i suoi confini con la Slovenia. “Che lo vogliamo o meno, questa gente sta marciando verso la Germania”, ha detto.