In un panorama economico già depresso, l’escalation delle tensioni tra Italia e Francia tocca un nuovo apice.
La crisi senza precedenti (era dal 1940 che non veniva richiamato un ambasciatore francese dall’Italia) è intensificata nelle ultime ore. E ora rischia di complicare ulteriormente il quadro economico dei due paesi.
Basti pensare che la seconda e terza economia dell’Eurozona hanno relazioni commerciali per un valore stimato dal Fondo Monetario Internazionale pari a 89 miliardi di euro. Una cifra enorme, su cui rischiano di riflettersi le tensioni delle ultime ore.
“Si deve tornare indietro alle Seconda Guerra Mondiale per ritrovare relazioni così tese tra i due Paesi”, ha detto Marc Lazar, professore di storia all’università Sciences Po di Parigi.
Francia Italia ai ferri corti: tremano banche e industriali
I fari del mercato sono poi concentrate soprattutto sulle due maggiori banche francesi, BNP Paribas e Credit Agricole, fortemente radicate in Italia, e sui cui potrebbero abbattersi le vendite nel caso in cui la crisi politica dovesse riflettersi nell’economia e nel sistema finanziario europeo.
Tra gli industriali dei due paesi il nervosismo è palpabile. Un appello al dialogo è arrivato ieri da Confindustria e Medef (Movimento delle Imprese di Francia), che hanno inviato una lettera congiunta al Presidente della Repubblica Francese e al Presidente del Consiglio italiano per lanciare un appello al dialogo costruttivo e al confronto “nella consapevolezza che la sfida non è tra Paesi europei ma tra l’Europa e il mondo esterno”.
“L’economia – di legge nella lettera – vuole unire ciò che la politica sta dividendo. Italia e Francia sono Paesi amici e non desideriamo che una crisi provocata a tavolino possa dividerci. Francia e Italia, protagoniste del processo di integrazione europea fin dai suoi albori e unite da forti e duraturi legami di amicizia, condividono in questo momento storico la responsabilità di rinnovare le relazioni che legano i due Paesi: la Francia è il secondo partner dell’Italia e l’Italia della Francia.
“È necessario che gli storici protagonisti del processo di integrazione non si dividano ma riconfermino gli elementi di unità. L’Europa è un gigante economico e dobbiamo lavorare perché diventi anche un gigante politico. Con questo spirito – conclude la lettera – Confindustria e Medef confermano l’appuntamento di fine mese a Parigi”. L’obiettivo è quello di continuare a istaurare una “collaborazione leale e proficua”.
Oggi con @ale_dibattista abbiamo fatto un salto in Francia e abbiamo incontrato il leader dei gilet gialli Cristophe Chalençon e i candidati alle elezioni europee della lista RIC di Ingrid Levavasseur.
Il vento del cambiamento ha valicato le Alpi. pic.twitter.com/G8E0ypLalX— Luigi Di Maio (@luigidimaio) February 5, 2019
Di Maio: rivendico diritto di vedere Gilet Gialli
La a goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la visita di Luigi Di Maio ai Gilet Gialli. Si tratta di un movimento anti governativo che protesta in strada contro il governo dal 17 novembre. I manifestanti, che vogliono presentarsi alle elezioni europee di fine maggio, rivendicano un potere d’acquisto più alto e di essere ascoltati dal governo.
La visita del capo del MoVimento 5 Stelle a Parigi è stata giudicata dalle autorità dell’Eliseo “inaccettabile”. Il richiamo il 7 febbraio dell’ambasciatore di Roma Christian Masset “per consultazione”, come vuole la formula formale, è una decisione alquanto drastica.
Di Maio si è difeso dicendo di rivendicare “il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Sono europeista”. Ma al contempo ha rassicurato le autorità francesi ed europee, ribadendo che “il rapporto di amicizia con il popolo francese non è in discussione”.
In ballo ci sono tante questioni calde, come i dossier Fincantieri, Alitalia e soprattuto quello della TAV. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha fatto arrabbiare i francesi quando ha spiegato che secondo lui agli imprenditori piemontesi non frega nulla della TAV (“perché chissenefrega di andare a Lione“).
Crisi più grave in 79 anni: c’entrano le Europee
La situazione non si verifica dal giugno di 79 anni fa, quando l’ambasciatore francese André François-Poncet era stato costretto a lasciare il palazzo Farnese. Conseguenza della dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia. e parole usate nel comunicato di Quai d’Orsay sono molto duri. Si denunciano “accuse ripetute” e “degli attacchi senza fondamento”.
Delle dichiarazioni “oltraggiose” e delle “ingerenze” giudicate “senza precedenti” dalla fine della Guerra da parte dei due vice premier Matteo Salvini (della Lega) e il leader del MoVimento 5 Stelle.
Chiaramente sullo sfondo c’è una partita politica importante. In gioco ci sono le elezioni europee di maggio, che vedranno sfidarsi il fronte sovranista (vicino a Lega e M5S) e quello filo europeista (capitanato tra gli altri dal presidente francese Emmanuel Macron).