Crisi Russia-Ucraina: cosa sta succedendo
L’Ucraina si prepara alla guerra che potrebbe arrivare molto presto come si evince dalle parole del consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, che nel corso di un’intervista alla CNN, ha ribadito la possibilità che la Russia invada l’Ucraina prima della fine delle Olimpiadi invernali in corso a Pechino.
Così Mosca ha schierato in zone strategiche ben 130 mila soldati dei reparti speciali, pronta ad un‘invasione. E per tutta risposta Kiev si sta ora organizzando per resistere a quello che sembra ormai un attacco imminente ed avverte le compagnie aeree di non sorvolare il Mar Nero. Una crisi che si abbatte anche sui mercati: in Asia, Tokyo ha ceduto il 2,23% a 27,079.59 punti, Hong Kong -1,43%; Shanghai -1,19%, Seoul -1,60%. Intanto il petrolio continua la sua corsa verso i 100 dollari: i futures sul Brent avanzano di oltre 1 punto percentuale a $95,56 al barile, dopo aver testato quota $96,16. Il contratto WTI scambiato a New York è salito fino al record intraday di $94,94, valore più alto dal settembre del 2014.
Crisi Russia-Ucraina: come si è arrivati a questo punto?
Le tensioni risalgono al 2014 quanto il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca. Vladimir Putin ha risposto annettendo la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sudest del Paese.
Principio cardine del pensiero di Putin è che la Russia abbia un diritto storico sull’Ucraina che fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica.
Altro fatto da tenere in considerazione è la presenza della Nato. Già dal 2008 l’Ucraina stava lavorando per entrare nella Nato, ma l’Alleanza atlantica non può accettare nuovi membri già coinvolti in conflitti. Il Cremlino vuole soprattutto mantenere la sua sfera d’influenza nell’area, e vuole che la Nato rinunci alle sue attività nell’Est Europa.
E gli Stati Uniti? Certo la più grande potenza economica del mondo vuole da sempre limitare l’influenza di Vladimir Putin.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato con la sua controparte ucraina, Volodymyr Zelenskyy, in una telefonata ieri sera confermando “l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, come hanno detto i funzionari della Casa Bianca in un comunicato stampa.
“Il presidente Biden ha chiarito che gli Stati Uniti risponderanno rapidamente e con decisione, insieme ai suoi alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l’Ucraina”. Il giorno prima Biden aveva precisato a Putin che un’invasione russa dell’Ucraina causerebbe “diffuse sofferenze umane” e “diminuirebbe la posizione della Russia”, con gli Stati Uniti e i suoi alleati “altrettanto preparati per altri scenari”.
Così gli alleati degli Stati Uniti, tra cui il Regno Unito e la Francia, sono stati impegnati in colloqui con i ministri russi nelle ultime settimane nel tentativo di risolvere le tensioni diplomaticamente.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha avvertito la scorsa settimana che l’Europa è “sull’orlo di un precipizio”, aggiungendo che “le cose sono pericolose come non le ho viste in Europa da molto, molto tempo”.
Oggi, i ministri delle finanze delle nazioni del G-7 – composto da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con cui si sono impegnati a sostenere finanziariamente l’Ucraina, giurando di “imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie che avranno conseguenze massicce e immediate sull’economia russa” se Mosca dovesse impegnarsi in qualsiasi ulteriore aggressione militare verso l’Ucraina.
Bob Menendez, presidente della Commissione per le Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti, ha detto alla CNN il mese scorso che la commissione stava elaborando la “madre di tutte le sanzioni” contro la Russia che sarebbe stata “paralizzante per la loro economia” come metodo di difesa dell’Ucraina.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che oggi visiterà Kiev e domani Mosca, ha confermato che la situazione è “critica” ed ha minacciato “sanzioni immediate” alla Russia in caso di attacco. Anche il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier in occasione del suo insediamento ha fatto cenno alla crisi, sollecitando Mosca ad unirsi “nella strada che porta a preservare la pace in Europa” e non sottovalutare la “forza della democrazia”.