ROMA (WSI) – Uno studio pubblicato di recente ha dimostrato ancora una volta le innumerevoli qualità della dieta mediterranea che, se seguita regolarmente, secondo i ricercatori, avrebbe la capacità di allungare la vita.
Insieme ai pomodori e le cipolle, le olive sono senza dubbio da considere tra i pilastri capisaldi di tale regime alimentare, che l’ospedale Brigham and Women di Boston ha associato alla maggiore lunghezza dei telomeri, regione terminale dei cromosomi.
Ebbene, da quest’anno gli oliveti così caratteristici del paesaggio italiano e così buoni per la salute sono minacciati da una delle stagioni peggiori mai viste, caratterizzata da maltempo eccezionale e batteri divoratori.
Centinaia di oliveti in Toscana e in altre regioni ricche di olio d’oliva hanno vissuto un ‘annus horribilis’.
Le mosche dell’olivo – devastante batterio la cui larva è una minatrice della drupa dell’olivo – le grandini e le inondazioni hanno ridotto la produzione di olio del 35% in Puglia, normalmente la regione più fruttuosa per i produttori olivicoli.
Ogni insetto oleare – il “Bactrocera oleae” – può depositare centinaia di uova in altrettante olive, spazzando via interi oliveti in poco tempo. “È un dramma infinito”, dice al New York Times Federico Dufour, produttore di Calenzano, in provincia di Firenze.
La devastazione si è già tradotta in un rincaro dei prezzi dell’olio d’oliva per le famiglie italiane e l’impatto dell’annata ‘orribile’ si farà presto sentire in tutto il resto del mondo.
Il prezzo dell’olio extra vergine d’oliva italiano è raddoppiato dall’anno scorso e le previsioni sono altrettanto cattive per la Spagna, il maggior produttore d’olio al mondo.
I rivenditori si aspettano un incremento significativo dei prezzi da febbraio a marzo, come sottolinea Lou Di Palo, dei supermercati ‘Di Palo’s Fine Foods’ di New York. Secondo lui i prezzi finora sono rimasti stabili perché gli scaffali in America sono ancora pieni di bottiglie e lattine d’olio dell’anno precedente.
Ma dal 2015 la musica cambierà. E a risentirne saranno in particolare i piccoli produttori italiani. “Quest’anno è stato come un pugno nello stomaco per loro. Non è solo una questione di soldi: per loro è il lavoro di una vita”, si lamenta Di Palo.
La carenza di olio d’oliva di qualità avrà un impatto lungo tutta la catena di produzione, dai campi di olivi agli esportatori, e alimenta i timori che si moltiplichino i casi di frodi e falsificazioni del prodotto prezioso, che potrebbe compromettere la reputazione di un giro d’affari che in Italia vale 2,5 miliardi di dollari.
Fonte: New York Times
(DaC)