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Crisi Ucraina, borse precipitano, petrolio schizza a 95 dollari

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Avvio in profondo rosso per le borse europee dopo l’ordine a sorpresa di Vladimir Putin alle truppe russe di entrare nella regione di confine del Donbass in Ucraina. Debole la resistenza delle truppe filo ucraine.

Questa notte le truppe russe sono entrate in Ucraina nella regione del Donbass dopo il riconoscimento da parte del Cremlino dell’indipendenza delle autoproclamate province separatiste di Donetsk e Lugansk. La versione del Cremlino è quella di assicurare la pace.

Le speranze di una soluzione diplomatica fiorite durante la notte tra domenica e lunedì sono dunque svanite. Immediata la reazione di Stati Uniti ed Europa che hanno annunciato sanzioni economiche contro la Russia.

Borse in profondo rosso

Dopo pochi minuti di contrattazione a Piazza Affari l’indice Ftse Mib arretra del 2,5%, a Francoforte il Dax cede il 2,4% mentre a Parigi il Cac 40 lascia sul terreno il 2%.

A Mosca l’indice Rtsi segna un -6,7% dopo aver lasciato sul terreno oltre il 10% nella giornata di ieri.

Questa mattina l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha perso l’1,73% mentre Hong Kong precipita di oltre -3%.

Petrolio schizza vicino a 100 dollari

Le tensioni internazionali si riflettono anche sulle principali materie prime. I futures sul contratto WTI, scambiato a New York, volano del 3,66% a 94,40 dollari al barile, mentre il Brent fa +2,20% a $97,49, avvicinandosi sempre di più alla soglia dei $100 al barile.
In generale, i prezzi del petrolio sono balzati di oltre il 20% dall’inizio del 2020, schizzando di oltre l’80% dall’inizio del 2021.

In rialzo anche nichel, palladio e platino, tutte commodity delle quali la Russia è un importante produttore. L’oro torna oltre i 1900 dollari supportato dagli acquisti in ottica di bene rifugio.