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Crolla la fiducia nel premier, cala anche l’opposizione

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(WSI) – Saranno anche “piccole incomprensioni” quelle che agitano il Pdl. Saranno anche “quattro pensionati” i protagonisti della nuova P3. Sarà anche colpa della stampa “che disinforma”. Sarà anche così, come ripete in continuazione Silvio Berlusconi. Ma di sicuro la fiducia nel premier e nel suo governo è in netto calo. Secondo il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it, sono solo il 39% coloro che dichiarano di avere fiducia nel presidente del Consiglio. Una cifra che rappresenta il punto più basso mai raggiunto dal Cavaliere dall’inizio della legislatura. Per contro il 55% dichiarano di non avere fiducia, una cifra che conferma il dato fatto registrare da marzo a oggi. Se poi si scende nel dettaglio si vede che a voltare le spalle a Berlusconi sono stati i ceti moderati 1, probabilmente spaventati dall’escalation di scandali, radicalizzazioni e veleni di questi ultimi mesi.

Premier e governo. Il calo c’è ed è evidente. Meno fiducia in Berlusconi e nel suo esecutivo. Rispetto a un anno fa il calo del Cavaliere è netto: meno 10 punti. Così come è netta la crescita di coloro che dicono di non avere più fiducia nell’attuale governo (62%). Un campanello d’allarme a cui il premier risponde promettendo di passare l’estate “a rimettere a posto il Pdl”.

Ministri. Anche in questo caso il calo di fiducia è generale. Con due eccezioni: il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e quello dell’Interno Roberto Maroni. Con il primo che conferma il primato (64%) e con il secondo che guadagna 3 punti rispetto a giugno arrivando a un 62% che lo piazza al secondo posto. Il segno più, però, finisce qui. Tutti gli altri titolari di dicasteri registrano flessioni più o meno accentuate. A partire da Giulio Tremonti, vero protagonista della manovra che ha sollevato critiche da più parti. Rispetto a 30 giorni fa il ministro dell’Economia sconta un calio di 4 punti che lo fa finire al 51%, anche per lui il punto più basso di popolarità dall’inizio della legislatura. Male anche Renato Brunetta (52%, -3 punti), Umberto Bossi (48, -2 punti) e il guardasigilli Angelino Alfano (57,-2 punti).

Partiti. Il segnale è chiaro. Nessun partito guadagna, tutti perdono. Il segno meno la fa da progonista. Cala la fiducia nella maggioranza, ma cala anche quella nell’opposizione, incapace di guadagnare consensi nonostante le difficoltà in campo avverso. Segno di una disillusione a 360 gradi nei confronti delle forze politiche. La flessione più netta la subisce il Pdl che dal 40% scende a quota 35%. Si tratta del punto più basso fatto registare dal 2008, lontanissimo dai picchi del 50% del maggio dello scorso anno. In calo, seppur più contenuto, anche la Lega che perde due punti e si attesta al 30%. Ma se la maggioranza piange, l’opposizione non ride. Cala Di Pietro (33%, -3 punti rispetto allo scorso mese), va male il Pd (32%, -2 punti) e calano anche i centristi di Casini (31%, -1 punto).

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