Mentre continuano copiose le vendite su Piazza Affari, c’è qualcuno che sorride. Stiamo parlando dei fondi speculativi, che negli scorsi mesi avevano scommesso al ribasso su alcuni dei big della Borsa Italiana.
Una scommessa che si è rivelata vincente prima di tutto per Bridgewater: a partire da ottobre dell’anno scorso, il fondo del rinomato finanziere Ray Dalio ha venduto allo scoperto azioni di società quotate italiane (tra cui spiccano le big Intesa Sanpaolo, UniCredit, Enel ed Eni) per un controvalore di 2 miliardi di euro. Oggi il fondo risulta corto su Piazza Affari per un controvalore di circa un miliardo e 700 milioni di euro.
Ma non è solo Bridgewater a festeggiare. Sono numerosi gli hedge fund che hanno puntato sul crollo di piazza Affari, ma soprattutto sui titoli bancari e finanziari, i più esposti alla tempesta sui titoli di Stato e sullo spread italiano proprio per via dell’esposizione verso i Btp detenuti in portafoglio.
Tra i fondi più grandi spicca Citadel, che complessivamente gestisce quasi 200 miliardi di dollari. Venerdì scorso ha dichiarato di scommesso al ribasso su Banco Bpm e Azimut.
Più ribassista di Bridgewater – secondo rilevazoni de il Sole 24 Ore – il fondo Aqr Capital che risulta “short” su Piazza Affari per un controvalore di un miliardo e 900 milioni di euro.
Le scommesse contro i titoli italiani – dicono dalle sale operative – si sono moltiplicate dopo il 16 maggio scorso, quando è stata resa nota una prima bozza – poi dichiarata superata – del “contratto di governo” tra Lega e M5S che conteneva la richiesta alla Bce di cancellare 250 di debito italiano e che ha messo in allarme i mercati.
Da allora Piazza Affari ha azzerato i guadagni da inizio anno, che ne avevano fatto una delle migliori Borse mondiali. E le banche da sole hanno perso 23 miliardi di capitalizzazione.