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Crollo del dollaro anticipa fine dell’impero Usa

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ROMA (WSI) – Iniziamo questo articolo con un grafico e con una figura di analisi tecnica. Possiamo sicuramente notare nel grafico Eur/Usd l’esistenza di una determinata tipologia di figura dell’analisi tecnica che teoricamente suggerisce un determinato andamento futuro del titolo preso in esame.

Nel seguente grafico si mostra come nel cross Eur/Usd sia presente la figura del triangolo; a prima vista potrebbe sembrare un triangolo ribassista, ma a nostro avviso è un triangolo simmetrico, anche se imperfetto, (figura tecnica caratterizzata da minimi crescenti e massimi decrescenti).

Minimi e massimi tendono verso la punta del triangolo, e questo, sempre secondo l’analisi tecnica, dovrebbe portare ad una drastica inversione di tendenza rialzista, nel caso venga superato il lato superiore del triangolo.

Come si evince dal grafico, attualmente il cross Eur/Usd si trova proprio in corrispondenza di questa resistenza; se venisse sforato con decisione, quindi verso 1,37-1,40, sempre secondo l’analisi tecnica, il rialzo potrebbe continuare fino a coprire l’intera ampiezza del triangolo, quindi arrivare fino a 1,8 o addirittura fino alla resistenza psicologica di 2 e anche oltrepassarla.

Non tutti credono all’analisi tecnica e nessuno qui osa arrogarsi la presunzione di prevedere il futuro, ma la possibilità sopra descritta non è impossibile. In questi giorni, il presidente della Federal Reserve, Bernanke ha colto tutti di sorpresa annunciando che il Quantitative Easing, (l’iniezione di 85 miliardi di dollari al mese di liquidità) non solo non è stato ridotto seriamente, ma continuerà in egual misura. Le borse hanno colto inizialmente questa decisione con euforia, ma già dopo due giorni hanno iniziato a virare in negativo.

Quindi qual è il nocciolo della questione? Che se la costante iniezione di liquidità decisa in questi anni dalla FED non sta provocando gli effetti desiderati, cioè una robusta ripresa economica, ed inoltre si è diventati dipendenti da essa, perché in caso di rallentamento della stessa si rischierebbe un ribasso di Wall Street e un brusco rialzo dei tassi di interesse, che non può essere sostenuto dal gigantesco debito pubblico americano. Lo stesso sistema finanziario che finora ha beneficiato in enorme misura di questa iniziativa, potrebbe iniziare a perdere fiducia nella FED e di conseguenza perdere fiducia negli Stati Uniti, in Wall Street e nel suo debito pubblico.

Quindi ipotizziamo che con il rinvio del tapering (cioè il rallentamento degli stimoli monetari sopra descritti) inizi il rialzo dell’Euro, come sta succedendo in queste ore; se iniziasse a perdere Wall Street e se iniziassero a sorgere problemi con il tetto del debito USA, il rialzo potrebbe puntare in breve tempo anche a 1,5 (magari nel frattempo frenato temporaneamente da un esito negativo delle elezioni tedesche) e se nel 2014, con la nomina di una colomba favorevole al proseguimento degli stimoli monetari (Quantitative Easing) venisse ancora rinviato il tapering, il dollaro potrebbe scivolare ulteriormente.

A questo punto gli States, anche a causa di tagli per frenare il debito pubblico potrebbero entrare in una leggera recessione e con ciò si avrebbe il pieno fallimento della politica monetaria statunitense e quindi l’innescarsi di una colossale fuga da parte delle potenze straniere e degli investitori dal debito USA, dalla sua borsa e dal dollaro.

Se invece iniziasse in ritardo il tapering, forse a inizio o a metà 2014, potrebbe esserci comunque una sorpresa, perché, anche se in teoria un rallentamento degli stimoli monetari dovrebbe far riprendere quota al dollaro, se le condizioni dell’economia reale americana fossero deludenti ci potrebbe essere la combinazione di alti tassi di interesse e di svalutazione monetaria, un po’ come è successo all’India nelle settimane scorse, un’altra economia dipendente dagli stimoli monetari USA, che in un certo senso potrebbe anticipare ciò che poi avverrebbe negli stessi States.

Quindi non è pura fantasia pensare ad un Eur/Usd verso 1,8-2 perché ci sono le condizioni per innescare e potenziare una serie di problematiche già presenti e troppo spesso rinviate. Ricordiamo che la potenza del dollaro e degli Stati Uniti esiste grazie alla fiducia che il mondo e il mercato ripongono in essi. Se il mercato comprenderà il clamoroso fallimento della politica monetaria della FED, perderà totalmente fiducia nella sua valuta fino ad ora considerata la valuta principale del nostro pianeta. E come detto da Francesco Carbone e riportato da noi nell’articolo, Il crollo della valuta anticipa la rivolta, “Quando la moneta muore, il sangue scorre per le strade”.

Negli Stati Uniti il sangue scorre nelle strade anche “normalmente”, figuriamoci quanto purtroppo ne scorrerebbe se ci fosse un collasso economico reale. In seguito vi proporremo anche un articolo per illustrarvi come esistano all’interno degli USA le condizioni per un’esplosione sociale senza precedenti.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Hescaton – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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