NEW YORK (WSI) – Ammonta a circa 200 miliardi di dollari la capitalizzazioni di mercati delle 10 maggiori compagnie americane del petrolio, andata in fumo da giugno a oggi per colpa del crollo del prezzo del petrolio. I calcoli effettuati da Cnn Money, sulla base delle statistiche di FactSet, mostrano che un quarto di queste perdite, ovvero 50 miliardi di dollari, sono a carico di ExxonMobil, la più grande società petrolifera quotata sui listini internazionali.
Colosso del calibro di Chevron e ConocoPhillips hanno subito perdite ancora più forti su basi percentuali. Per far fronte alla discesa senza sosta del prezzo del greggio, e quindi al ridimensionamento dei profitti, le società americane del settore stanno tirando i remi in barca, ridimensionando i posti di lavoro.
Le massicce vendite, che hanno colpito dalla scorsa estate l’oro nero, spingendo il Wti sotto i 50 dollari al barile, erano tutt’altro che previste. Tra il 2012 e il 2014, il petrolio si è mosso nella forchetta tra $ 90 a $ 110 al barile. Per alcuni esperti, il greggio potrebbe scendere fino a $ 30.
Cosa succederà nel 2015? Sei mesi fa, gli analisti si aspettavano che gli utili del settore segnassero un lieve aumento nel 2015. Le ultime stime di S&P Capital Iq parlano invece di un calo del 28%. Se le previsioni si rivelassero corrette, l’oil sarebbe l’unico settore tra quelli rappresentati nello S&P 500 a segnare una performance negativa. (mt)