ROMA (WSI) – La crisi che ha investito la Russia rischia di avere pesanti conseguenze su tutte le società attive nel paese o in rapporti commerciali con l’economia.
La denuncia di Coldiretti parla da sola. Pesanti sono state infatti le perdite dell’Italia, in termini di mancate esportazioni, causa le sanzioni imposte. Coldiretti ha precisato che l’Italia ha perso nel 2014 1,2 miliardi di euro in termini di esportazioni verso la Russia, sia per l’effetto del crollo del rublo che per le sanzioni imposte. L’export ha segnato un tonfo -10,5% nei primi dieci mesi dell’anno.
Ma oltre alle società esportatrici, ci sono alcune banche che soffrono in modo particolare il ‘fattore Russia’; e tra queste, fa notare un articolo, spiccano soprattutto gli istituti di Austria e Italia. Facendo riferimento a un altro articolo pubblicato sul Telegraph qualche mese fa, che cita le cinque banche europee maggiormente esposte ai debiti russi individuate da Berenberg, si mette in evidenza la performance dei relativi titoli.
ING, Olanda; titolo -13% circa dal 1° dicembre
Raiffeisen Bank, Austria; titolo -31% da inizio dicembre
Société Générale, Francia; titolo -15% da inizio dicembre
Unicredit, Italia; titolo -11% dal 1° dicembre
Commerzbank, Germania; titolo -10% da inizio dicembre (Lna)
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