“Una vera leadership deve avere l’umiltà di offrire a un campo più ampio la possibilità, mi riferisco a società civile, di decidere insieme. Le primarie aperte per nuovo centrosinistra come chiesto da Giuliano Pisapia hanno questo significato”. Lo ha detto Gianni Cuperlo intervenendo all’assemblea di Centro Democratico a Napoli.
CUPERLO ha spiegato che il progetto di un nuovo centrosinistra “si può fare, ma dico che siamo in una stazione di passaggio in cui il Pd si pone al servizio di un progetto più ampio e quindi deve dare la possibilità di scegliere assieme chi ha la capacità di unire. Davanti a noi – ha aggiunto – ci sono i giorni che daranno una risposta da cui deriverà in gran parte il destino l’Italia per i prossimi anni. Bisogna ripensare le tappe ma nella convinzione che bisogna avere una meta cioé un centrosinistra aperto, largo, unito e vincente. La lotta politica non è mai un campo pacificato, vive di conflitti ma dobbiamo temere un conflitto depurato dal traguardo”.
Il nostro statista in pectore non lo dice ma lo lascia intuire: servono Primarie aperte per un nuovo centrosinistra, possibilmente senza Matteo RENZI.
Oggi il verbo è ciò che ha detto Giuliano PISAPIA e quello che hanno detto con il loro voto oltre il 70% degli iscritti al Partito democratico non serve a nulla, è una quisquiglia.
Questo signore che recentemente, in occasione delle recenti Primarie del Partito democratico invito gli scissionisti a votare per Andrea ORLANDO il 30 aprile p.v., dove speravano di ribaltare il risultato del primo tempo.
CUPERLO si sa, è uno che parla, parla ha sempre parlato, è la sua specialità. E’ uno come Giggino[1],si presenta bene e uno che lo conosce appena lo prende per buono e all’inizio lo ascolta, credendo che alla fine del discorso ci capisca qualcosa.
Vorrei sommessamente ricordare a questo grande oracolo del terzo millennio che il 4 dicembre 2016, il 41% degli italiani aventi diritto al voto ha espresso un desiderio: semplificare i processi amministrativi della Pubblica amministrazione, ridurre la burocrazia, combattere la corruzione, ridurre i costi della politica, uscire dalla palude, cambiare l’Italia.
A questo punto, onestamente, non so più se conviene continuare a farlo parlare o invitarlo a raggiungere altri lidi, altri amori. Beninteso, lui sa solo parlare anche senza dire niente, non suggerisce soluzioni, visione di futuro, progettualità: nulla elevato a sistema. Forse conviene tenercelo per meglio far capire agli italiani cosa ha rappresentato il PD, prima di Renzi, quando si “smacchiavano i giaguari”, si “pettinavano le bambole”, si portavano i “tacchini sul tetto” mentre oggi sono arrivati a “tenere la mucca nel corridoio”.
Pensiamoci bene: nel loro genere, nella loro vita – politica s’intende – non avendo mai assunto una iniziativa, metaforicamente parlando, non hanno mai sbagliato perché loro sono nati per sbaglio e noi ahimè, per quanto sempre più difficile, dobbiamo solo avere la pazienza di sopportarli!
Egregio onorevole CUPERLO, gli italiani non hanno tempo per ascoltare le sue orazioni, assistere ai suoi bizantinismi, sentire i vecchi tromboni della politica che al suo pari, oltre che parlare e tirare a campare aggrappati alla poltrona non sanno fare altro. Lo abbiamo già visto e collaudato negli ultimi trent’anni, non si sforzi, avete avuto la vostra opportunità e l’avete fallita, è finito il vostro tempo, ora riposatevi.
Amen!
[1] Al secolo Luigi DI MAIO, dirigente del M5S e Vice Presidente della Camera dei Deputati