Anche se tutti gli occhi degli investitori mondiali sono puntati sulla parte lunga della curva dei rendimenti dei Bond Usa, che si appiattisce sempre di più avvicinandosi a livelli indice di una recessione in arrivo, per la prima volta dallo scoppio della crisi finanziaria è la curva sul cambio euro dollaro a essersi invertita.
Vuol dire che nel 2020 viene dato come maggiormente probabile un allentamento delle politiche monetarie da parte della Federal Reserve piuttosto che una stretta. È in netto contrasto con le aspettative dei membri del board della banca centrale statunitense: la maggioranza si aspetta uno o due rialzi nel 2020.
In cerca di segnali sullo stato di salute dell’economia e per anticipare le prossime mosse della Fed, gli investitori guardano con sempre maggiore attenzione alle curve tra i titoli del reddito fisso a due e dieci anni e quelle tra cinque e 30 anni. Ma come ricorda Bloomberg, lo spread tra i contratti euro dollaro a dicembre 2019 e l’anno successivo sono scesi ieri sotto lo zero per la prima volta.
Ciò significa che i trader speculatori sul breve non si aspettano che la banca centrale americana alzi ancora i tassi dopo il 2019. Anzi, come si è visto, ora il mercato sconta una maggiore probabilità di un taglio del costo del denaro piuttosto che di un incremento. Insomma, il gap tra le speranze della Fed e le aspettative di mercato si allarga sempre di più.