ROMA (WSI) – Le battute tra i due in passato sono state a dir poco taglienti: basta ripercorrere anche solo i titoli delle dichiarazioni dell’ultimo anno. “Se vince Renzi, temo che il centrosinistra a quel punto non ci sia piu”‘, diceva D’Alema nella fase piu’ accesa della battaglia per le primarie.
E Renzi che, valutando l’effetto primarie, rincarava: “Ora il Pd non e’ piu’ di D’Alema, ma dei votanti”. Toni aspri, da contrasto pressoche’ insanabile, che oggi in Palazzo Vecchio a Firenze sono sembrati lontani anni luce.
Dopo un’ora di faccia a faccia con il ‘rottamatore’, Massimo D’Alema ha detto ai cronisti: “E’ stata una lunga, cordiale e amichevole conversazione”. Poi la considerazione, “un errore escluderlo” dalla partita dei grandi elettori per il Quirinale. E il sindaco non e’ meno netto chiarendo che non intende lasciare il partito neanche se lo “cacciano a pedate”. E che fanno – si chiede – “mi cacciano?”.
Il rottamatore avverte anche Bersani, i suoi in parlamento sono piu’ di 51, anche se al servizio del partito. Quindi rinnova il sosteno al segretario ma con una considerazione, sono anche “passati 47 giorni”.
Intanto, appena uscito dalla sala di Clemente, ufficio del sindaco, Massimo D’Alerma allontana in modo netto qualsiasi ipotesi di scissione nel Pd: “Non mi pare che ci sia nel modo piu’ assoluto”, ha tagliato corto. “Due come noi che dovrebbero scindersi vengono invece da una cordiale e amichevole conversazione”, ha aggiunto. Matteo Renzi, sono sempre parole dell’ex premier, e’ “una delle personalita’ importanti di questo partito. Io non ho mai attaccato Renzi, era Renzi che attaccava me”.
“Io non sono piu’ parlamentare – ha aggiunto ancora – mi sono auto-rottamato, ho promosso il rinnovamento. Dal punto di vista del mio ruolo politico sono sempre qui, il problema e’ gia’ risolto in un senso o nell’altro”.
Nell’ultima campagna elettorale, ha ricordato ancora D’Alema, “sono venuto a Firenze tessendo gli elogi di Renzi”, spiegando di aver detto al sindaco “che avevo apprezzato il modo in cui stava dando una mano a Bersani nel corso della campagna elettorale, dimostrando spirito di partito”.
A una giornalista che gli chiedeva se ritenesse Renzi potenzialmente vincente adesso, l’ex premier ha risposto: “Non lo ritengo vincente perche’ non ci sono le elezioni: lo ritengo pero’ una delle personalita’ importanti di questo partito”.
Toni concilianti anche quando all’ex presidente del Consiglio e’ stato chiesto cosa pensasse dell’esclusione di Renzi dai ‘grandi elettori’ per il futuro presidente della Repubblica: quel voto e’ stato un errore”, anche se “e’ stata comunque una questione dipesa da dinamiche locali”.
Fin qui i toni concilianti di un incontro agevolato dall’ex vicesindaco Dario Nardella, ora deputato. Anche Renzi, in mattinata, con un post su facebook aveva cercato di smorzare i toni: “Lasciamo le polemiche a chi vuole farle, noi lavoriamo”.