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D’Alema: non mi ricandido. Ma se vince Renzi sarà scontro

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ROMA – “Non chiederò deroghe, con Bersani candidato, il rinnovamento lo agevolerò…Ma se vince Renzi sarà scontro, in quel caso ci sarà scontro politico”. E’ una sfida aperta quella che Massimo D’Alema lancia a Matteo Renzi, intervistato da Lilli Gruber durante la trasmissione Otto e mezzo, su La 7.

“Se vince Bersani, avrà a disposizione il mio posto in lista”, ha spiegato D’Alema. Se vince Renzi, invece, “ci sarà uno scontro politico”. E ancora: “Renzi non è il rimedio ma è peggio del male perché è un elemento di divisione. Il difetto del centrosinistra è stata la divisione”.

Una rinuncia quella dell’ex premier che si va ad affiancare, seppur per motivi diversi, a quella di Walter Veltroni. Se per l’ex segretario e sindaco di Roma, dice D’Alema, si tratta di una scelta maturata dolorosamente e scaturita dalla “amarezza per quel che è diventata la politica”, per lui non si tratta di una resa ma di un incentivo a “fare ancor più politica”. Mani più libere insomma, senza incarichi istituzionali a fare da freno.

Il caso D’Alema. Il “caso” della candidatura di D’Alema e del processo di ricambio della classe dirigente del Pd è emerso in questi giorni ed è stato anche oggetto ieri del videoforum con Bersani a Repubblica.tv: “Non chiedo né a D’Alema, né a nessuno di ricandidarsi, perché non nomino io i deputati – ha detto il segretario del Pd – Il nostro partito si è dotato di una regola che nessun altro ha: chi ha fatto più di 15 anni, ossia tre legislature piene, deve chiedere una ‘deroga’ per potersi ricandidare”.

Immaginando che D’Alema non si sarebbe piegato a chiedere questa deroga, le parole di Bersani sono state interpretate dai più come un modo per scaricare l’attuale presidente del Copasir. Dopo l’intervento di Bersani a Repubblica.tv, la questione delle “regole” era stata affrontata in una telefonata tra il segretario del Pd e D’Alema nel pomeriggio, ma in serata, il leader del Pd ha incontrato i parlamentari che lo sostengono nella sfida delle primarie. E Massimo D’Alema non c’era, contrariamente ad altri “decani” del partito come Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Livia Turco e Franco Marini.

Poi in serata il chiarimento e il sostegno a Bersani: “Io ho piena fiducia che vinca Bersani e già mi sento impegnato in un incarico extraparlamentare”.

“Intollerabile atteggiamento di Renzi. Ma per D’Alema tutte le stoccate sono riservate allo sfidante “rottamatore” sindaco di Firenze. “Non è certamente piacevole essere oggetto di un’aggressione. Essere rottamato, e rottamato senza indennizzo”.

Riferendosi all’episodio del pupazzo con la sua effige “travolto” da un camper della campagna di Renzi (che ha condannato l’episodio), l’ex premier ha affondato: “In generale nella vita politica, ma poi nello stesso partito, non è tollerabile questo modo di condurre la lotta politica”. E poi ricorda un episodio: “Berlusconi venne a Gallipoli a dire ‘Mandiamo a casa D’Alema, rottamiamolo. Tornò a casa con le pive nel sacco. Mi dispiace che oggi le stesse parole vengano usate all’interno del mio partito”.

L’età media nel Pd. La polemica del “largo ai giovani” è un altro “sassolino” che D’Alema vuole togliersi: “Che in Italia l’età media dei politici sia superiore a quella di altri paesi europei, non è vero. Ad esempio l’età media del mio gruppo, 50 anni compresi i senatori, è più bassa di quella dei socialisti francesi o tedeschi”.

Bersani. Oggi, intervenendo alla Confcommercio, Bersani ha insisito perché la riforma elettorale abbia “un ragionevole premio di maggioranza”, i collegi e regole per la parità di genere. “Se non c’è qualcuno che dirige il traffico, se la sera delle elezioni non c’è un vincitore, si rivà a votare dopo otto mesi. Da una situazione frantumata, balcanizzata, viene fuori Grillo e non il Monti bis”.

Affronta anche il tema della legge di stabilità e si rivolge al governo. “Dovremo parlare. Do’ la disponibilità a considerare come aiutare la domanda interna e non deprimerla. In tutto questo giro – aggiunge – qualcosina arriva in tasca anche a me. Ma io non lo voglio. E comunque io non accetto che ai ceti popolari gli dai qualcosina in una tasca e poi gli togli dall’altra”. Bersani considera “un passo avanti significativo” l’apposizione della fiducia al ddl corruzione. “Ora vediamo, ci sono anche altre cose da aggiustare, ma è un passo avanti”.

Renzi a Panorama : “Cambiate regole, Bersani sleale”. “Cambiando le regole hanno bloccato la partecipazione, Pier Luigi Bersani non ha mantenuto la parola. Mi spiace, una persona che giudicavo leale ha fatto prevalere le ragioni della paura rispetto a quelle del coraggio. Il segretario mi ha deluso, da lui non me lo aspettavo. Non mi convince il modo in cui lascia ad altri il ruolo dei poliziotti cattivi mentre lui fa il poliziotto buono, è un giochino che ha le gambe corte”. Così Matteo Renzi in un’intervista esclusiva sul numero di Panorama in edicola da domani.

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