Il tranquillo posto in banca è ormai un’immagine sbiadita del passato. Oggi non c’è più nulla o quasi di tranquillo nel lavorare in un istituto bancario. Sia perché non si arresta l’emorragia di posti di lavoro nel settore (-6.900 dipendenti nel 2020 secondo i dati della Banca d’Italia), sia perché chi conserva l’occupazione deve affrontare un livello di stress molto elevato. In tanti hanno scelto di cambiare strada e diventare consulenti finanziari.
Da bancario a consulente finanziario
Oggi, per facilitare questo passaggio di attività e aumentare la consapevolezza di chi sceglie di farlo è disponibile il progetto formativo Onboarding, lanciato da Fabbrica delle Professioni, società di formazione indipendente dedicata alle reti di consulenza finanziaria e assicurativa fondata da Marina Magni che ne è project manager e vicepresidente.
“I dipendenti bancari vivono un momento di disagio davvero forte – ha spiegato Magni a WSI – in quanto si trovano in un contesto che offre scarsa valorizzazione delle risorse e poche prospettive motivanti per il futuro. Chi non si accontenta e ha voglia di emergere cerca di cambiare questa situazione e avviare una carriera da consulente finanziario. Tuttavia non è facile capire se davvero si è tagliati per questa attività, quali servizi si desidera offrire e a quale target di clientela. L’iniziativa Onboarding è nata per aiutare a risolvere questi dubbi”.
Mediante percorsi formativi progettati in funzione delle esigenze del bancario che voglia approfondire la possibilità di diventare consulente finanziario e con l’ausilio di docenti esperti specializzati in diversi aspetti della professione (tecnici, psicologi e normativi), Onboarding supporta il candidato rendendolo consapevole delle peculiarità del lavoro consulenziale e di quello che significa svolgere una libera professione, sotto ogni aspetto: fiscale, normativo, previdenziale, remunerativo, organizzativo, associativo.
“Facciamo riflettere il candidato – è il commento di Marina Magni – sulla nuova attività e lo indirizziamo anche nella scelta della società con cui svolgerla, la cosiddetta società mandante. Infatti, è importante capire prima se i servizi, le caratteristiche e la tipologia di clientela servita dalla mandante siano in linea con il profilo di clientela che il candidato consulente vorrebbe servire.
Purtroppo ho notato che i bancari non prestano la dovuta attenzione a questo aspetto e tendono ad accettare la prima offerta che ricevono senza i necessari approfondimenti”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio del magazine Wall Street Italia