Keynes è la definizione di intervento dello Stato in economia.
Le politiche europee orientate all’austerity sono state l’esatto opposto delle teorie di Keynes.
Nativamente l’Italia ha avuto sempre un atteggiamento meno votato all’austerity e più votato agli incentivi ed alla creazione di debito sin dal dopoguerra. Ma l’avvento dell’Europa ha reso tutto ciò insostenibile.
Il risultato è stato quello di avere una crescita anemica, appesantita da un debito pubblico crescente che in cambio di pochi miliardi di interessi in meno sul debito, si sono trasformati in molti miliardi di crescita in meno.
Il PIL solo negli ultimi anni ha mostrato segnali di ripresa, ma visti i minori investimenti, la media si è rivelata inferiore a quella europea.
M5S e Lega hanno incarnato a loro modo questa teoria nel loro contratto post elezioni.
Ma analizzando il programma, le spese sono indirettamente orientate all’economia, in quanto i destinatari sono direttamente i singoli. E’ evidente che i singoli difficilmente riverseranno tutto il surplus sul mercato, contrariamente a quanto sosteneva Keynes.
L’applicazione più realistica di queste teorie si trova nella proposta dell’Assise di Confindustria. I fondi vengono destinati direttamente al mercato per rilanciare i consumi e dare competitività al sistema Paese nel contesto internazionale.
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