STOCCOLMA (WSI) – Svezia, Danimarca, Germania e a breve anche l’Austria e la Slovenia sono i paesi che hanno adottato criteri più restrittivi per i richiedenti asilo che vogliono passare la frontiera. La “prossima tappa potrebbe essere la Slovenia” così lascia intendere un portavoce del ministro dell’interno austriaco. Un vero e proprio effetto domino è quello che sta investendo nelle ultime ore mezza Europa in merito al respingimento dei migranti, partito dalla Svezia e sta via via contagiando sempre più Paesi.
Così come la Germania anche l’Austria tramite il suo cancelliere Werner Faymnn, ha deciso la temporanea sospensione delle regole di Schengen per affrontare l’emergenza migranti.
“L’Austria sta agendo in stretto contatto con i tedeschi ed esattamente come la Germania rafforzeremo le nostre frontiere e respingeremo dei profughi, abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri (…) chiunque raggiungerà l’Austria verrà controllato. Chi non ha diritto all’asilo verrà rispedito indietro. Per passare la frontiera occorre una carta di identità valida e si dovrà presentarla su richiesta delle autorità austriache. Se l’Ue non lo fa, non protegge le frontiere esterne di Schengen, ed è l’esistenza stessa dell’accordo a decadere”.
Così dall’Austria l’emergenza profughi passa alla Slovenia: gli stessi austriaci hanno offerto di aiutare proprio la Slovenia ai confini, sempre se lo chiederà mentre le direzioni delle polizie dei due Paesi stanno collaborando al fine di “evitare intasamenti” ai confini interni. E le mosse di austriaci e sloveni avvengono, inoltre, in accordo e con il consenso dei tedeschi.
La stessa Angela Merkel e il primo ministro della Baviera, Horst Seehogfer hanno previsto un respingimento più rapido per i migranti nord africani che il più delle volte arrivano dal territorio italiano. Obiettivo della cancelliera tedesca è di filtrare maggiormente gli arrivi verso l’esterno, unica via per salvare Schengen. E dopo la Slovenia non è escluso che anche la Croazia adotti la stessa linea, finendo così per contagiare mezza Europa. Ma cosa significa per l’Italia? Non certo notizie positive visto che tutto il confine nord orientale potrebbe diventare un fronte caldo e rischia così di ritrovarsi i confini intasati di migranti.
Sulla questione interviene anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
“Senza Schengen, senza la libertà di movimento dei lavoratori, senza la libertà dei cittadini europei di viaggiare, l’euro non ha senso”.