Dai gatti a mercato miliardario: ”l’ascesa degli NFT”
di Alessandro Moretti (Io Investo)
Dati ufficiali sulla nascita non ne abbiamo ma diverse indiscrezioni riportano l’anno 2014 come inizio di un mercato particolarmente fiorente ma molto di nicchia, quello della Crypto-Art e degli NFT.
Ovvero delle opere d’arte vendute attraverso il sistema della blockchain conosciuto nel mondo soprattutto per le criptovalute.
Le variazioni sull’utilizzo di questa tecnologia sono state molteplici, di fatto il mercato non ruota attorna alle opere d’arte in sé ma agli NFT, che approfondiremo nel corso di questo articolo.
Token, arte ed Ethereum
Come detto i primi NFT cominciano a circolare nel campo dell’arte digitale nel 2014, ma la vera svolta arriva nel 2017 quando un gruppo di sviluppatori canadese lancia “Cryptokitties” una sorta di rivoluzione del tamagotchi.
Tutt’ora in funzione da agli utenti la possibilità di acquistare un gattino digitale, crescerlo e farlo accoppiare per generare nuovi gatti tutti unici, certificati da uno smart contract della block chain Ethereum e scambiabili con altri utenti.
Focalizzatevi sulla parola “unici” perchè l’NFT ruota tutto attorno a questo concetto e il suo valore dipende proprio da questo.
Il gioco ebbe talmente tanto successo che arrivò a compromettere la stabilità dell’intero sistema Ethereum, voci non confermate riportano che durante l’anno di uscita e il 2018 le transazioni di gattini occupavano più del 10% dell’intera rete Ethereum.
Il gioco poi cadde nel dimenticatoio rimanendo un mercato molto di nicchia ma non l’idea e la tecnologia.
Nel corso dell’ultimo anno è stata proprio la Crypto-art a guadagnarsi le prime pagine di molti importanti giornali, grazie alla nota casa d’aste Christie’s che per la prima volta ha bandito all’asta un NFT l’ultima opera di Beeple intitolata “Everydays-The First 5000 Days,” per ben 69,3 milioni di dollari.
Fate attenzione che l’opera è prettamente digitale e quello che si acquista è unicamente un token su blockchain (un Non-Fungible Token) che consente di affermare la proprietà dell’opera informatica.
NFT: cosa sono
NFT è l’acronimo di Non fungible Token, sostanzialmente sono dei certificati che garantiscono l’unicità e i diritti di proprietà di un bene con la tecnologia Blockchain.
Una video storico di una partita di Basket, un quadro digitale fatto con intelligenza artificiale o un tweet d’annata, tutti beni che non dicono nulla ma che possono essere certificati con un NFT che può essere venduto a peso d’oro.
L’NFT costituisce quindi una prova di autenticità e, al contempo, di proprietà dell’opera.
Secondo un report della NonFungible Corporation e L’Atelier BNP Paribas, il mercato degli NFT nel 2020 ha triplicato il proprio valore, arrivando a 250 milioni di dollari e le prospettive di crescita non mancano.
Con l’aumento esponenziale dell’interesse per il fenomeno infatti si è scatenata una vera e propria corsa all’oro, che ha portato ad una rapida esagerazione, non sono nessuno per poter giudicare, ma spendere migliaia di dollari per l’NFT di un peto, potrebbe rivelarsi una scelta poco azzeccata a livello di rendimenti.
Sicuramente la tecnologia e l’idea hanno grandi possibilità di sviluppo e potrebbero dare spinta a un settore che fatica a modernizzarsi come quello dell’arte e al contempo creare un mercato sempre più prolifico.