Società

DAL DIALOGO (NAUFRAGATO) ALL’ABRUZZO, UN ANNO DEL BERLUSCONI IV

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Quello che il premier non si aspettava era il deflagrare della crisi economica, il caso Englaro, il terremoto che ha devastato l’Abruzzo, l’affaire Veronica. Quello che aveva promesso era liberare Napoli dai rifiuti, lasciare la compagnia di bandiera in mani italiane, riformare il Paese. Il Berlusconi quater compie un anno: l’8 maggio 2008 giurava al Quirinale un esecutivo per la prima volta formato solo da Lega, Forza Italia e An (già pronte a fondersi nel Pdl). Un governo che il premier ha definito “del fare” e che di certo è stato molto meno che in passato in balia di ‘mediazioni’ interne.

Una maggioranza semplificata, così come l’opposizione: il responso delle urne ha disegnato un Parlamento con tre partiti ‘al comando’ da una parte, e dall’altra l’ex alleato Udc, l’Italia dei valori di Di Pietro ma soprattutto il Pd. Il dialogo (naufragato) con Veltroni – E’ proprio all’allora segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, che Silvio Berlusconi si rivolge durante il suo discorso di insediamento lanciando un appello al dialogo per riformare il Paese: “Pacatamente se po fa’” dice il premier parafrasando anche il motto dell’ex sindaco di Roma. L’impegno è quello di tenere degli incontri faccia a faccia periodici, ma ce ne sarà soltanto uno.

Napoli – Berlusconi vuole che sia proprio il capoluogo campano ad ospitare il primo Consiglio dei ministri, che vara non solo il primo provvedimento contro l’emergenza rifiuti ma anche quel ddl sicurezza di cui ancora in Parlamento – a un anno di distanza – si discute. Di riunioni dell’Esecutivo a Napoli ce ne sarà anche una seconda, ma il premier vi tornerà quasi ogni mese. A luglio del 2008 annuncia che l’emergenza è finita, a marzo di quest’anno inaugura il termovalorizzatore di Acerra.

Lodo Alfano – Come era già accaduto nei precedenti governi a guida Berlusconi, la vicenda giudiziaria del premier si è intrecciata con quella politica. E’ giugno e a Milano il processo per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato inglese David Mills che vede come co-imputato il presidente del Consiglio, si avvia a conclusione. Il governo decide di presentare un provvedimento che concede l’immunità alle alte cariche dello Stato per tutta la durata del mandato. A fine luglio il cosiddetto Lodo Alfano è legge.

Alitalia – Il 24 ottobre il governo dà il via libera al decreto ‘tagliato su misura’ che ne consente la privatizzazione e che estende la legge Marzano alla ristrutturazione di grandi imprese in crisi non solo finanziaria ma anche di tipo industriale. Quattro giorni dopo la Cai, la cordata di imprenditori fortemente voluta da Berlusconi perché la compagnia rimanesse italiana, vara l’aumento di capitale mentre il 12 dicembre acquista parte degli asset. I sindacati restano a lungo sul piede di guerra a tutela del livello occupazionale. Il premier la considera una vittoria del governo, l’opposizione una svendita. A gennaio di quest’anno Air France-Klm acquista il 25% del capitale: è la stessa compagnia che durante il governo Prodi aveva presentato una offerta di acquisto. Scuola – E’ una delle riforme varate dal governo e più volte difesa a spada tratta dal presidente del Consiglio mentre gli studenti manifestano in tutte le città d’Italia dando vita al movimento dell’Onda. Il 29 ottobre il Parlamento dà il via libera alla la riforma Gelmini che, tra l’altro, reintroduce il maestro unico alle elementari, le valutazioni numeriche, il voto in condotta che fa media.

Crisi economica – Partita dagli Stati Uniti ha fatto presto sentire i suoi effetti in Europa. Anche il governo italiano ha tentato di correre ai ripari varando misure anti-crisi. Tra queste il bonus per le famiglie, un nuovo fondo sociale per l’occupazione e la formazione, una somma a disposizione delle banche che volessero ricapitalizzarsi. Da allora il presidente del Consiglio ha sempre ripetuto che l’Italia uscirà dalla crisi “prima e meglio di altri” che “il nostro sistema bancario è solido” e soprattutto che per superare questa fase è necessario “ottimismo” e che le famiglie non cambino i loro “stili di vita”. Tra le misure che il governo vuole approntare per riattivare l’economia anche un ‘piano casa’: “Quando l’edilizia va – è il motto utilizzato da Berlusconi – tutto va”. Rapporti con il Quirinale – Un anno di coabitazione, quella tra Berlusconi e Napolitano, non sempre facile. Oggetto del ‘contendere’ nei momenti di maggiore frizione è stato l’uso dei decreti. All’inizio le tensioni si registrano sui temi della giustizia e in particolare sulla cosiddetta norma blocca processi poi scomparsa con il varo del Lodo Alfano.

Ma lo scontro si inasprisce sul caso Englaro. Il 6 febbraio il presidente della Repubblica invia una lettera, a Consiglio dei ministri in corso, per esprimere la sua contrarietà alla scelta di intervenire con un decreto. Il premier decide di andare avanti e l’esecutivo approva un dl che prevede il ripristino di alimentazione e idratazione della ragazza. Ma Napolitano non lo controfirma. Il governo a quel punto dà via libera a un ddl fotocopia, ma la giovane muore prima dell’approvazione definitiva. L’uso dei decreti, e in particolare di quelli omnibus, è stata ancora recentemente oggetto di una lettera-richiamo del capo dello Stato al presidente del Consiglio e a quelli delle Camere.

Nasce il Pdl – A fine marzo si celebra alla Fiera di Roma la nascita del Partito delle Libertà. Storia della fusione di due partiti, Fi e An, ma anche dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il presidente della Camera, pur nell’ambito del suo ruolo istituzionale, non ha mancato di segnare le distanze in più di un’occasione dal governo. L’ultima in ordine di tempo, l’altolà sui presidi-spia, norma che è stata eliminata dal ddl sicurezza al termine di un vertice di maggioranza.

Terremoto in Abruzzo – La notte del 6 aprile l’Abruzzo viene colpito da un forte terremoto che fa centinaia di vittime e segna profondamente intere città, a cominciare dal capoluogo, L’Aquila. Il presidente del Consiglio si reca ripetutamente nelle zone colpite dal sisma e il 23 aprile riunisce nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito il Consiglio dei ministri. L’esecutivo vara un decreto che vale 8 miliardi per la ricostruzione, ma soprattutto decide a sorpresa lo spostamento del G8 dalla Maddalena a L’Aquila.

Federalismo fiscale – E’ la riforma bandiera della Lega. E’ diventata legge il 29 aprile con il via libera del Senato, grazie ai voti di maggioranza e Italia dei Valori. Il Pd si è astenuto, contraria l’Udc. Il provvedimento prevede il passaggio dalla ‘spesa storica’ ai ‘costi standard’ per finanziare le funzioni di Regioni, Province e Comuni che avranno anche una maggiore autonomia fiscale. Si stabilisce anche l’istituzione di Roma Capitale.

Veronica – L’imprevisto che (forse) il premier proprio non si aspettava è quello che si abbatte su di lui allo scoccare del primo compleanno del governo: l’affaire Veronica. Prima il caso delle ‘veline’ candidate alle Europee, poi quello della festa di compleanno della diciottenne Noemi, portano la first lady a un je accuse pubblico nei confronti del marito che si spinge fino all’annuncio di una richiesta di divorzio.