ROMA (WSI) – “Le primarie? Sono andate molto bene”. Nonostante si dichiari soddisfatto del risultato delle primarie, il premier Renzi deve comunque fare i conti con i suoi oppositori che non sono solo esterni, bensì interni al suo partito, il PD.
L’ascesa di Renzi ha causato fin da subito mal di pancia alla sinistra e ora con i risultati delle primarie un’altra guerra intestina è pronta. Se da una parte infatti il premier si auto-elogia per la vittoria di Valeria Valente a Napoli è soprattutto con Roberto Giachetti, il “suo” candidato per Roma – come rimarca in più occasioni – che riesce a pavoneggiarsi di più.
“Comunque per quanto riguarda la capitale, un miracolo, visto il disastro che ci avevano lasciato a Roma”.
Una vittoria quella di Giachetti che ha scatenato un plotone di oppositori interni allo stesso PD. Nel corso di una cena, come riporta il Corriere della Sera, la vecchia guardia del PD, Massimo D’Alema ha affermato.
“Renzi è un uomo del Mossad, bisogna sconfiggerlo”.
Parole che dimostrano tutto l’astio interno nel partito contro il Premier, un’opposizione interna che punta a fermare il premier e che sbatte in faccia a Renzi il calo dei votanti alle primarie, nonostante i “suoi successi”. Ma il Presidente del Consiglio schiva i colpi e afferma:
“Ma chi se ne importa di queste diatribe? Noi siamo l’unico partito che accetta il confronto con i cittadini, siamo gli unici che abbiamo questo coraggio…questa è la nuova politica. Le primarie sono il vero segnale di cambiamento del rapporto tra i cittadini e le istituzioni (…) La sinistra gioca a farci perdere. Vedrete che alle Amministrative avremo tutti conto”.
Quello che conta per Renzi è che a Roma ha vinto il suo candidato Giachetti, l’unico esponente del Pd che – secondo il premier – ha il profilo giusto per competere con Virginia Raggi del M5S.