ROMA (WSI) – E ora la tensione è alle stelle anche tra Massimo D’Alema e il quotidiano La Repubblica, in merito alle indiscrezioni pubblicate, secondo cui l’ex premier sarebbe disposto a votare Virginia Raggi a Roma pur di far fuori il premier Matteo Renzi.
Tramite la sua portavoce Daniela Reggiani, D’Alema smentisce il contenuto dell’articolo:
“La ricostruzione è frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti”. Ancora: “I numerosi virgolettati riportati, a cominciare dal titolo, corrispondono a frasi mai pronunciate.D’altra parte, l’autore non precisa né dove, né quando, né con chi sarebbero state dette. Le riunioni di cui si parla non si sono mai svolte”.
Ma il quotidiano conferma.
“L’articolo riporta fedelmente quanto ci è stato raccontato da numerose fonti. Le frasi pronunciate da Massimo D’Alema sul suo orientamento di voto a favore di Virginia Raggi, così come sull’intenzione di dare vita ad un comitato per il No al referendum sono state ripetute in più occasioni di fronte ad interlocutori diversi. Parlare di mandanti esterni è grottesco, a muoverci non è altro che il giornalismo che significa raccontare storie di interesse generale. E questa ci pare proprio che lo sia”.
E tra gli esponenti del Pd, che si sfogano con diversi post su Twitter, Orfini afferma:
“D’Alema ha smentito. Polemica chiusa. Lo aspettiamo a uno dei tanti gazebo per Roberto Giachetti che in questi giorni riempiono la città”. Invito che difficilmente D’Alema raccoglierà.
Renzi è sempre più accerchiato. A fare terra bruciata attorno al premier è Massimo D’Alema, l’ex segretario dei Ds che secondo quanto riporta Repubblica avrebbe manifestato ai suoi fedelissimi il desiderio di “far fuori” – politicamente parlando – il premier Matteo Renzi e come tale a essere disposto a votare anche “Lucifero” se non addirittura la candidata grillina Virginia Raggi.
“Voto per la Raggi e invito chi mi chiede un consiglio a fare altrettanto”- così avrebbe detto l’ex premier ai suoi fedelissimi con un unico obiettivo in testa: indebolire Renzi, mandarlo a casa e dar il via ad un nuovo corso del Partito democratico creando la sinistra riformista. Secondo le indiscrezioni, Massimo D’Alema in questi giorni starebbe riunendo i suoi al riparo da telecamere e taccuini, con l’intento di tracciare la linea da seguire: prima il ballottaggio di domenica 19 giugno e poi il referendum costituzionale di ottobre.
Se ai suoi dichiara di voler votare Raggi, la dalemiana Livia Turco ai media ammette che D’Alema è sì contro Renzi ma voterà Giachetti. Se Renzi perde ai ballottaggi l’effetto dal locale si espanderà su tutta la politica italiana e da qui l’input alla ricostruzione del Pd a dispetto di chi ammette che fuori da Renzi nel Partito democratico esiste solo populismo e ingovernabilità.
“Una sconfitta del premier non provocherebbe affatto una crisi di sistema. Dopo di lui un’alternativa c’è, eccome”.
Dopo le amministrative l’altro appuntamento importante è ad ottobre con il referendum costituzionale e sembra che Massimo D’Alema già la prossima settimana si prepari a costituire i comitati del No alla Legge Boschi, con l’intento non di entrare in altri comitati ma creandone uno nuovo “per occupare lo spazio della sinistra riformista.
“La riforma crea un sistema presidenziale. L’idea del limite di due mandati, totalmente sgrammaticata sul piano istituzionale, cos’altro è se non l’ammissione di una specie di elezione diretta?”.