ROMA (WSI) – Nel suo intervento a “Che tempo che fa”, trasmissione condotta da Fabio Fazio sulla Rai alla quale non è la prima volta che partecipa, il premier Matteo Renzi ha confermato l’intenzione di “lasciare la politica” e non solo di dimettersi, se perderà la sfida del referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione al quale ha legato i destini del suo esecutivo.
Sebbene resti ancora da verificare quanto sia vero, il premier non manca certo di coraggio. Alzando i toni e la posta in palio, come è nel suo stile, Renzi tenta di mettere in secondo piano i reali contenuti del voto. E lo fa peraltro in un palcoscenico a lui “amico”. Se il conduttore Fazio avesse confutato tutte le dichiarazioni propagandistiche di Renzi come ha fatto in passato con l’esponente del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio, l’intervista sarebbe risultata molto più interessante da un punto di vista prettamente giornalistico nonchee sotto il profilo politico.
Invece quella che è andata in scena domenica è stata la solita réclame pubblicitaria del premier, che ha comunque il merito – questo gli va riconosciuto – di sapere mettere in mostra capacità oratorie e carisma notevoli, che sono valsi al 41enne una certa popolarità finora nella sua carriera politica.
Renzi, un po’ come ai suoi tempi faceva l’ex premier Silvio Berlusconi, ha lanciato una frecciata ai giudici, anche se l’attacco è decisamente più velato rispetto a quelli cui ci aveva abituati il suo precedessore di centro destra. Il leader del PD ha riconosciuto che esiste la “questione morale” nel suo partito, travolto da una serie di scandali da Napoli, passando per Lodi e Potenza, come quello delle trivelle di Tempa Rossa che ha portato alle dimissioni di Federica Guidi da ministro dello Sviluppo Economico e quello sul presidente del PD in Campania indagato per favori alla Camorra.
“Io non grido ai complotti. Non ne posso più di discussioni filosofiche e sterili sul tema giudici e politica. A me i giudici non fanno paura perché i cittadini onesti non possono avere paura. Fate il vostro lavoro, andate a sentenza, siamo dalla vostra parte, fate i processi perché non è vero che la prescrizione vi blocca. Io faccio le leggi, loro le devono applicare”.
Quanto al referendum sulla riforma costituzionale, Renzi dice che è in gioco la sua credibilità e per questo è pronto a farsi da parte se il voto non passerà. “Dopo aver detto a tutti che avremmo cambiato l’Italia, come posso fare finta di niente se perdo?”, dice a Fazio. “È una questione di serietà, non saremmo credibili: se perdo, smetto di fare politica”.
Consigliere CSM: “Renzi va fermato”
A supporto di Renzi è arrivato il giudizio del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini. Intervistato su Sky da Maria Latella, il numero due di Palazzo dei Marescialli ha detto che anche se ognuno ha diritto e dovere di esprimersi, il referendum costituzionale “si è caricato di significato politico” e pertanto occorre “più cautela: i partiti si sono schierati per il sì o per il no, quindi un magistrato o una corrente della magistratura potrebbero trovarsi schierati al fianco dei partiti”.
Un organo indipendente come la magistratura non può permettersi simili ingerenze, ha ricordato Legnini, mettendosi quindi sulla stessa linea del governo. Il vice presidente del CSM ha fatto sapere inotlre che è in arrivo un “codice deontologico” per garantire ancor più la terzietà. Tra domani e mercoledì Legnini vedrà il Guardasigilli Orlando che giudicare la sortita di Morosini una “questione istituzionale”.
Diversa la posizione del ministro Enrico Costa (Ncd), che si dice non “scandalizzato” dalle uscite sul referendum: “Mi preoccupano di più quelli che fanno politica attraverso gli atti giudiziari”. In una dichiarazione polemica al Foglio il consigliere del CSM Piergiorgio Morosini aveva detto – prima di smentire ricordando che si è trattato di un colloquio informale e non di un’intervista – che Renzi “va fermato”.
Ma il Foglio non ritratta e sostiene che il consigliere, che vede la sua corrente schierata per il “no” al referendum costituzionale, avrebbe detto tra le altre cose: “Se passa la riforma costituzionale abbinata all’Italicum il partito di maggioranza potrà decidere da solo i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare. Renzi farà come Ronald Reagan, una bella infornata autoritaria di giudici della Suprema Corte allineati con il pensiero repubblicano su diritti civili, economia…uno scenario preoccupante”.
In settimana Italia avrà legge sulle unioni civili
Tra i punti principali toccati nell’intervento di ieri, si possono segnalare, oltre a quello sui giudici e il referendum costituzionale, il decreto da 10 milioni per cui nelle cuolse del quartiere Sanità di Focella e di Scampia quest’estate si potrà andare scuola. Sempre in tema Sud, Renzi dice di aver convinto Tim Cook di Apple che il Meridione sta cambiando passo e Apple ora investe a Napoli.
Renzi ha annunciato che Carlo Calenda è il nuovo ministro dello Sviluppo Econmico. Federica Guidi si era dimessa un mese fa circa per l’inchiesta giudiziaria che vedeva coinvolto il suo compagno Gemelli. Calenda ha ricoperto in passato l’incarico di vice ministro dello stesso dicastero, ma presso l’Unione Europea.
Infine la questione forse più importante toccata è stata, insieme a quella del tentativo dell’Austria di aumentare i controlli e bloccare in alcuni casi l’ingresso di migranti dal passo del Brennero, quella sulle unioni civili. Una legge sarà approvata questa settimana, tra mercoledì e giovedì. Per accelerare i tempi il governo metterà per l’ennesima volta la fiducia alla cosiddetta Legge Cirinnà. Il testo estende anche alle coppie omosessuali tutti i diritti e doveri del matrimonio civile, però, non va dimenticato, non conterrà la parte controversa sulla stepchild adoption. Solo così il PD si è potuto assicurare l’appoggio dei centristi e centro destra alleati di governo come il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano.