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Dall’Irpef alla flat tax, come cambieranno le tasse nel 2025

Riforma delle aliquote Irpef, estensione della flat tax, concordato preventivo biennale e bonus Befana da 100 euro a dicembre. Sono queste alcune delle misure fiscali allo studio del governo che potrebbero prendere piede nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento compreso fra i 2,5 e i 4 miliardi di euro.

A delinearle è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, parlando a Telefisco del Sole 24 Ore.

Riforma Irpef 2025: ecco come saranno le nuove aliquote

La Manovra 2025 del governo Meloni include diverse misure significative, tra cui una riforma dell’Irpef mirata a ridurre le tasse per il ceto medio. Il piano prevede una nuova aliquota del 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 60.000 euro, in contrasto con l’attuale aliquota del 35% applicata ai redditi tra 18.000 e 50.000 euro. Inoltre, l’aliquota del 43% scatterebbe solo per i redditi superiori a 60.000 euro, al posto dei 50.000 euro attuali.
L’obiettivo è alleggerire il carico fiscale sul ceto medio, una misura che potrebbe avere un impatto notevole ma che richiede un finanziamento di circa 2,5-4 miliardi di euro.

Flat tax non solo per autonomi

Parallelamente, il governo sta considerando l’estensione della flat tax per i lavoratori autonomi, attualmente applicata a redditi fino a 85.000 euro. La flat tax è un regime fiscale a tassazione piatta, introdotto per specifiche categorie di contribuenti, che prevede l’applicazione di un’aliquota fissa e unica sui redditi, invece del sistema progressivo delle aliquote che cresce con l’aumento del reddito.

Attualmente, la flat tax è applicata principalmente ai lavoratori autonomi e alle partite IVA, ed è regolata dal cosiddetto regime forfettario. Questo regime prevede un’aliquota unica del 15% sui redditi fino a 85.000 euro. Per i nuovi aderenti, nei primi cinque anni l’aliquota è ridotta al 5%.

Matteo Salvini ha proposto di innalzare la soglia a 100.000 euro, ma è probabile un compromesso tra 90.000 e 95.000 euro. Anche in questo caso, il problema delle coperture finanziarie è centrale, e si attende la fine di ottobre per avere dati più chiari sull’impatto fiscale.

Il governo punta anche a ottenere maggiori entrate attraverso il concordato preventivo biennale, una misura di regolarizzazione fiscale per i contribuenti, che se non aderita volontariamente, potrebbe portare a controlli più severi.

Bonus befana da 100 euro

Infine, è stato confermato un Bonus Befana da 100 euro, destinato ai dipendenti con redditi fino a 28.000 euro, che sarà erogato a Natale. La misura, dal costo limitato di 100 milioni di euro, dovrebbe contribuire a dare un po’ di respiro alle famiglie a basso reddito.

Un tema che entrerà negli emendamenti del decreto Omnibus – ha – spiegato l’esponente del governo Meloni – sarà il cosiddetto bonus Befana che ora diventerà bonus Natale nel mese di dicembre, in precedenza avevamo un problema di identificazione delle risorse ma visto che i conti pubblici stanno andando bene su versante entrate potremmo dare questi 100 euro senza effetto sulla tassazione, arrivando quindi sui 100 euro netti. Il resto del provvedimento verosimilmente entrerà in vigore dal 1 gennaio 2025″.

Il Bonus befana  è un’indennità una tantum di 100 euro netti da riconoscere in busta paga ai lavoratori dipendenti che rispettino i seguenti requisiti:

  • reddito complessivo non superiore a 28.000 euro
  • imposta lorda, determinata sui redditi da lavoro dipendente, di importo superiore a quello delle detrazioni (chi già azzera l’imposta con le detrazioni non ha diritto al bonus)
  • coniuge (non separato) e almeno un figlio entrambi fiscalmente a carico; con almeno un figlio a carico se si tratta di genitori single.