Danske Bank, la più grande banca della Danimarca, sotto indagine per possibili violazioni in materia di riciclaggio di denaro. L’inchiesta riguarda in particolare le transazioni effettuate dalla divisione estone dell’istituto. Ora un rapporto stilato dalla Promontory Financial, società di consulenza, visto in anteprima dal Financial Times ha rilevato che fino al 2013 furono parcheggiati fino a $ 30 miliardi di dollari nella filiale estone di Danske, l’anno di picco dello scandalo durato dal 2007 fino al 2015.
“Il volume delle transazioni del NRP [portafoglio non residente] h raggiunto il picco nel 2013 con il numero di transazioni che si avvicinano a 80.000 quell’anno e il volume delle transazioni si avvicina a $ 30 miliardi”.
Una fonte vicina ha affermato al quotidiano inglese che si tratta di una quantità enorme di denaro per un ramo così piccolo di una banca.
“Non puoi avere quella quantità di denaro che scorre senza che si sollevino domande”.
Certo non tutte le transazioni saranno sospette ma spetta alla banca provare che non è stata utilizzata per riciclare fondi e che ha effettuato controlli abbastanza forti da individuare i soldi sporchi.
“Prendiamo la questione molto sul serio, motivo per cui abbiamo avviato indagini approfondite. Siamo impegnati a comprendere il quadro completo e credo che sia nell’interesse di tutti che le conclusioni siano tratte sulla base di fatti verificati e non di frammentarie informazioni prese fuori dal contesto. Stiamo concludendo i rapporti, ma come abbiamo già comunicato, è chiaro che le questioni relative al portafoglio sono state più grandi di quanto avessimo precedentemente previsto”.
Così ha dichiarato Ole Andersen, presidente di Danske Bank che pubblicherà due rapporti sullo scandalo del riciclaggio di denaro questo mese di cui uno incentrato sui dettagli della transazione sospetta e l’altro sulla sua governance.