Il World Economic Forum di Davos è ai nastri di partenza. Rispetto a un anno fa il menu dei rischi, dalla gestione del cambiamento climatico al commercio internazionale, non ha fatto altro che arricchirsi. La Brexit in bilico, l’ascesa dei partiti populisti in Europa, l’inizio della guerra dei dazi fra Usa e Cina sono solo alcune delle novità che il 2018 ha portato con sé.
Ora il Wef, in un nuovo report sui rischi globali per il 2019, ha aggiornato la lista delle possibili minacce all’economia globale. La ricerca, che si è basata sulle risposte di 1.000 esperti e decisori politici, vede concorde il 90% degli intervistati sull’imminente confronto economico tra le maggiori potenze. L’88%, poi, si aspetta un’ulteriore erosione delle regole commerciali multilaterali.
Se ordinate per grado di maggiore probabilità, sono i rischi del cambiamento climatico e dei limiti del coordinamento internazionale nel contrastarlo, quelli più impellenti. Nell’ordine, ecco i 10 rischi ritenuti più probabili:
- Eventi meteorologici estremi
- Fallimento nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici
- Disastri naturali
- Frode o furto nei dati
- Cyber-attacchi
- Disastri ambientali creati dall’uomo
- Migrazione involontaria su larga scala
- Perdita di biodiversità e collasso dell’ecosistema
- Crisi idriche
- Bolle di asset in una grande economia
Salta subito all’occhio, in queste prime 10 posizioni, la presenza di 6 sfide di tipo ambientale. “Solo” in decima posizione viene citato il rischio di bolle finanziarie. Se si considerano, invece, i maggiori rischi in termini di impatto (a prescindere dalle possibilità di concretizzazione), spicca il timore per le armi di distruzione di massa. Ma, subito dopo, torna il possibile fallimento delle politiche di contrasto al cambiamento climatico.
Sotto il profilo del coordinamento della globalizzazione, è l’ascesa dei movimenti nazionalisti il principale tema di dibattito.
Un assaggio delle sfide che i leader mondiali avranno di fronte, sotto questo aspetto, era già stato servito dal direttore del Wef, Klaus Schwab, lo scorso novembre.
“La globalizzazione è un fenomeno guidato dalla tecnologia e dal movimento di idee, persone e beni. Il globalismo è invece un’ideologia che dà la priorità all’ordine globale neoliberale rispetto agli interessi nazionali. Nessuno può negare che stiamo vivendo in un mondo globalizzato. Ma che tutte le nostre politiche debbano essere ‘globaliste’ è altamente discutibile”, ha aveva detto Schwab, prima di snocciolare i suoi suggerimenti per le elites dominanti.
Contro coloro che puntano a “ripristinare la sovranità in un mondo che richiede cooperazione” il direttore del Wef aveva invitato a contrapporre nuovo patto sociale tra i cittadini e i loro leader, tale per cui “tutti si sentano abbastanza sicuri a casa da rimanere aperti al mondo in generale”.