In arrivo un nuovo round di colloqui a Pechino tra Stati Uniti e Cina sulla disputa commerciale. A guidarli il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Robert Lighthizer e il vice premier cinese Liu He.
Negli ultimi mesi è emerso un cauto ottimismo riguardo ai colloqui, anche se rimane la sensazione che entrambe le parti restino divise su alcuni punti. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente affermato che Stati Uniti e Cina hanno concordato “molti dei punti più difficili” ma resta molto lavoro da fare. Ma a rendere i negoziati commerciali particolarmente difficili da risolvere è il fatto che questi rientrano in una più ampia lotta di potere tra le due maggiori economie del mondo. La crescente influenza della Cina ha messo molti governi occidentali – e in particolare gli Stati Uniti sulla difensiva e c’è chi in Cina vede la guerra commerciale come parte degli sforzi degli Stati Uniti per frenare la sua ascesa. In questo contesto, si ritiene che l’accordo commerciale non metterà la parola fine alla rivalità tra Stati Uniti e Cina. Sullo sfondo l’economia mondiale che sta subendo un forte impatto dalla guerra commerciale.
L’economista capo del Fondo Monetario Internazionale Gita Gopinath ha sottolineato come l’escalation delle tensioni commerciali è stato uno dei fattori che ha contribuito a “un’espansione globale significativamente indebolita, specialmente nella seconda metà del 2018”. Dello stesso avviso anche l’OCSE secondo cui le tariffe imposte da Stati Uniti e Cina lo scorso anno hanno rallentato la crescita economica nelle due maggiori economie del mondo.
Presidente commissione finanze contro Trump: niente Usmca se non toglie dazi
In attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi, in patria il presidente Donald Trump deve fare i conti con i dissidenti anche all’interno del suo partito. Come riporta il WSJ, Chuck Grassley, senatore repubblicano dell’Iowa, nonché presidente della commissione Finanze del senato, chiede di togliere i dazi a Messico e Canada. Secondo Grassley, l’accordo commerciale recentemente negoziato tra Stati Uniti, Messico e Canada – noto con l’acronimo Usmca e che sostituirà il Nafta – morirà nel Congresso degli Stati Uniti a meno che il presidente Donald Trump non rimuova prima le tariffe su acciaio e alluminio ai due vicini americani.
“Se queste tariffe non vengono revocate, Usmca è morto (…) Non c’è interesse nel Congresso a discutere un Usmca con queste tariffe in vigore”.
Per Grassley il nuovo Nafta rappresenta un buon accordo per l’ambiente, per i lavoratori, per i posti di lavoro e per quasi tutti i settori dell’economia statunitense, ma ha avvertito che molti americani sono stati danneggiati dalle tariffe messicane e canadesi imposte per rappresaglia ai prelievi statunitensi su acciaio e allumini