L’Italia rischia di essere il secondo Paese, subito dopo la Francia, a pagare il conto più caro di una nuova ondata di dazi Usa, che colpirà l’Unione europea come rappresaglia contro gli aiuti di Bruxelles al consorzio europeo degli aerei Airbus. Il prezzo da pagare si aggirerebbe intorno ai 4,5 miliardi di euro, oltre il 9% dell’export italiano negli Stati Uniti.
Lo riporta Il Sole 24 Ore, che ha citato i numeri illustrato dal sottosegretario allo Sviluppo economico con delega al commercio estero, Michele Geraci, nel corso degli incontri avuti a Washington con l’Ustr, l’Ufficio del rappresentante speciale al commercio che ha pubblicato la lista dei prodotti a rischio, e con il National economic council della Casa Bianca.
“I dazi in discussione sono quelli proposti dall’Ustr come rappresaglia contro gli aiuti Ue al consorzio europeo degli aerei Airbus. L’iter per l’applicazione finale è ancora in corso ma l’Italia ha sottolineato agli Usa che ritiene la ripartizione dei dazi in discussione estremamente squilibrata, al punto che il nostro export sarebbe – dopo la Francia e prima degli altri tre paesi storici del consorzio, cioè Germania, Spagna e Regno Unito – il più danneggiato. Rispetto alla stessa Francia si ritiene che la scelta dei prodotti sia sproporzionata” si legge sul quotidiano economico.
La nuova ondata di di dazi, che arriva dopo le tariffe già applicate su acciaio e alluminio, andrebbe a colpire vino e nell’alimentare, in particolare i formaggi e pasta.
“I calcoli elaborati dagli uffici tecnici del ministero dello Sviluppo economico sulla base di dati delle dogane Usa indicano per l’Italia un impatto di 5,07 miliardi di dollari su esportazioni per 54,7 miliardi. Per la Francia 8,1 miliardi (su 52,4 miliardi), per la Germania quasi 4,5 (su 125,9), per il Regno Unito 3 (su 60,7), per la Spagna 1,8, (su 17,2) e poi via via per gli altri paesi” spiega il quotidiano economico.