Continuano a Pechino le trattative commerciali tra i negoziatori americani e quelli cinesi per mettere la parola fine alla guerra a colpi di dazi che Stati Uniti e Cina portavano avanti da mesi. Da parte sua, la Cina si è impegnata a porre fine a alcuni dei suoi sussidi all’industria, visti come una distorsione della concorrenza, ma non ha specificato i modi per farlo, riporta la Reuters, citando fonti vicine ai colloqui.
Promesse che al momento sono accolte con un certo scetticismo da parte del segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin, che tuttavia in un tweet, ha sottolineato di aver avuto insieme al rappresentante degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, “riunioni produttive” con il vice premier cinese Liu He.
Intanto, secondo Hannah Anderson, analista di Jp Morgan, il mercato ha ridotto il livello di attese per il meeting in corso.
“Se le attese iniziali erano per una soluzione alla guerra commerciale, gli investitori saranno soddisfatti anche da un allungamento delle scadenze da parte di Washington per evitare l’ingresso di ulteriori sanzioni tariffarie in Cina”, ha detto Anderson.
Ieri il presidente americano Donald Trump non ha escluso di posticipare di 60 giorni la scadenza della tregua commerciale tra Usa e Cina (fissata al prossimo 1 marzo), Se le due parti non riusciranno a raggiungere un accordo in tempo, da quella data gli Stati Uniti aumenteranno dal 10 al 25 percento i dazi sulle merci cinesi per un valore totale di 200 miliardi di dollari, con conseguenze per il commercio bilaterale e internazionale.