La presidenza Trump sta considerando seriamente di applicare un dazio sulle importazioni di automobili. Se così fosse, l’Unione Europea non si tirerebbe indietro e risponderebbe al fuoco.
A testimoniare le intenzioni dell’amministrazione Usa sarebbe una bozza circolata nel dipartimento del Commercio la cui esistenza è stata riferita da tre fonti a Bloomberg. Donald Trump aveva già minacciato la possibile introduzione di un dazio al 25%, anche se tali dichiarazioni sarebbero potute rientrare in una strategia negoziale. L’imprevedibilità, del resto, sarebbe una caratteristica connaturata all’autore del “The art of the deal” (“L’arte degli affari”).
A fare le spese delle tariffe, però, sarebbero anche i colossi automobilistici americani come Gm e Ford, apertamente contrari ai dazi, così come i lavoratori americani del settore. L’eventuale provvedimento presidenziale, emesso sulla base di presunte ragioni di sicurezza nazionale, non colpirebbe solo le autovetture, ma anche autocarri, furgoni e componentistica.
Il commissario per il commercio dell’Unione europea, Cecilia Malmstrom si è detta fiduciosa sul fatto che i dazi, se adottati, non colpiranno i mezzi esportati dall’Ue. Secondo Malmstrom ciò sarebbe dovuto a un accordo siglato a luglio tra il presidente Trump e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Tuttavia, se invece le tariffe saranno imposte, la ritorsione di Bruxelles non si farà attendere.
“Siamo convinti che [l’accordo] sia ancora valido, e io sono qui per continuare e sviluppare i colloqui”, ha detto mercoledì la Malmstrom, nella cornice del German Marshall Fund di Washington D.C., “quindi ipotizziamo che se (le tariffe auto fossero imposte) ciò non sarebbe applicato per l’Unione Europea”, ha detto Malmstrom, prima di incontrare il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Robert Lighthizer.
Sembra invece che fra i bersagli espliciti della politica della Casa Bianca ci sia il Giappone: “Dico sempre [a Shinzo Abe, premier giapponese, Ndr.] che il Giappone non tratta equamente gli Stati Uniti sul commercio”, aveva detto Trump alcuni giorni fa, “mandano milioni di macchine a fronte di un dazio molto basso e non prendono le nostre auto. E se lo fanno applicano una tassa enorme”.