Le banche europee continuano a realizzare ricavi deludenti dalle attività sui mercati dei capitali (trading azionario, reddito fisso e investment banking) rispetto alle loro controparti statunitensi. Una situazione che, secondo l’agenzia di rating Dbrs, sarebbe destinata a continuare. Per questo, il suggerimento indirizzato agli istituti del Vecchio continente è, da un lato, quello di focalizzarsi su altre voci del business, come la gestione patrimoniale e private banking, dall’altro procedere con le operazioni volte al taglio dei costi.
Nel primo trimestre dell’anno i ricavi combinati delle maggiori istituzioni bancarie europee, relativamente al business dei mercati dei capitali, si sono ridotti del 20% rispetto al 2018. Le omologhe banche americane hanno sperimentato una ben più ridotta riduzione dell’11%per gli stessi ricavi. In particolare, l’investment banking ha prodotto risultati assai divergenti fra le due sponde dell’Atlantico, laddove le banche europee hanno subito una contrazione dei ricavi del 30% mentre le controparti Usa solo dell’1%.
“Vari fattori hanno pesato sul clima del mercato all’inizio del trimestre: il cambiamento delle politiche delle banche centrali sui tassi, lo shutdown del governo americano e il rischio geopolitico in corso”, scrive Dbrs, “tuttavia, ci sono stati alcuni miglioramenti nelle condizioni di mercato a marzo e aprile”.
“Tuttavia, il bilancio di fine anno per le divisioni capital market delle banche europee difficilmente si concluderà con una crescita, se si considera, in particolare, che il primo trimestre è tipicamente il più forte dell’anno”.
Resta ancora più importante per le banche europee, in conclusione, “continuare a rafforzare le loro altre attività core, compresa la gestione patrimoniale e il private banking o il retail, oltre a concentrarsi sulla riduzioni dei costi” nello sforzo di controbilanciare i minori ricavi.