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Ddl concorrenza, depositati emendamenti: al Senato entro due settimane

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Sono stati depositati alla commissione Industria del Senato gli emendamentirre per il ddl concorrenza che dovrebbe approdare in Aula tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva.

Fra le originarie ambizioni accantonate dal progetto di legge figurano quelle sulla regolamentazione di Uber, la compagnia in stridente contrasto con i tassisti regolari; la possibilità di evitare l’atto notarile per la vendita di garage e box di valore inferiore ai 100mila euro; mentre è ufficializzato lo slittamento al primo gennaio 2018 della fine del mercato tutelato dell’energia. Per quanto riguarda, invece, i farmaci di fascia c, un mercato da 3 miliardi di euro che potrebbe essere aperto alla vendita presso parafarmacie e supermercati, sembra che Farmindustria abbia vinto la sua battaglia per tutelarne il monopolio da parte delle farmacie tradizionali.
Gli emendamenti presentati ieri apportano alcune modifiche in vista di un aumento del potere dell’Autorità Antitrust. Cambieranno le soglie di fatturato al di sopra delle quali scatta l’obbligo di comunicazione all’Autorità: la soglia individuale di fatturato totale realizzato in Italia scende da 49 a 30 milioni.
Altra novità riguardano gli sconti per le assicurazioni Rc auto: scatterà un obbligo di sconto per le tariffe applicate agli automobilisti che doteranno una scatola nera o meccanismi contro la guida in stato di ebbrezza. Diversamente da quanto definito in precedenza, a decidere l’entità di tali sconti non sarà l’autorità preposta, l’Ivass, bensì saranno quantificati dalle compagnie assicurative stesse sulla base di un regolamento approvato dalla stessa Ivass. Il mancato rispetto di tale regolamento sarà punito con multe fino a 80mila euro.
In seguito all’approvazione alla Camera del ddl l’Unione nazionale consumatori aveva bocciato la legge per la sua mancanza di coraggio nei confronti delle lobby:

“Una pessima legge, dannosa per i consumatori. La concorrenza è solo nelle parole del titolo” aveva dichiarato il presidente Unc, Massimiliano Dona, “per il resto, non solo non vi è traccia di libero mercato nel provvedimento, ma si fanno addirittura passi indietro, difendendo i privilegi delle lobby esistenti che già controllano il loro rispettivo settore. Speriamo che il Senato la stravolga”.