Roma – Con la Germania che continua a dire ripetutamente no sia alla possibilità di investire la Bce del potere di essere prestatore di ultima istanza, sia al ricorso agli eurobond, economisti ed esperti di tutto il mondo si interrogano sulle altre opzioni che potrebbero evitare il disastro.
Una di queste, ripresa dal Financial Times, è attingere alle riserve d’oro delle banche centrali dell’Eurozona, e utilizzarle come collaterale, dunque a titolo di garanzia, per gli stessi eurobond che la Germania vuole tanto evitare. La proposta, afferma il quotidiano britannico, è contenuta in una stessa bozza di uno studio della Commissione europea.
Al fine di “rafforzare” le garanzie sugli eurobond – che tra l’altro i tedeschi rifiutano a priori – i governi potrebbero per l’appunto includere “le riserve di oro che sono in eccesso rispetto ai bisogni della maggior parte dei paesi Ue”, si legge nella bozza. E, nel proporre la questione, il Financial Times fa riferimento al problema della stessa Italia, scrivendo: “se i politici europei ritengono davvero che i problemi dei paesi più grandi dell’eurozona come l’Italia siano basati più sulla liquidità che non sulla solvibilità , allora l’utilizzo dell’oro come collaterale potrebbe essere un modo giusto per ripristinare la fiducia sui mercati dei bond”.
Nel caso specifico dell’Italia, “Bankitalia ha a disposizione per esempio 2.451 tonnellate di oro, che hanno un valore circa di 100 miliardi di euro. Sebbene la cifra sia niente rispetto al debito totale, di quasi 2 trillioni di euro, (l’uso dell’oro) potrebbe alleviare alcune pressioni sui finanziamenti di breve periodo.