ROMA (WSI) – Il Tesoro italiano ha preso la decisione di cancellare le aste di Btp indicizzati del 26 novembre e di medio e lungo periodo del 12 dicembre. Lo ha comunicato con una nota il ministero dell’Economia, precisando che i prossimi collocamenti di Bot rimangono in essere.
La decisione, precisa la nota, è stata presa “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa e delle ridotte esigenze di finanziamento”.
Lo scorso anno, Maria Cannata, responsabile della divisione di debito pubblico del Ministero dell’Economia, aveva anticipato che nel 2013 il bisogno di finanziamenti sarebbe sceso rispetto al 2012.
Proprio qualche giorno fa, Cannata ha sottolineato che banche italiane, alle prese con la asset quality review e con una nuova tornata di stress test, ridurranno il loro portafoglio in titoli di Stato italiani.
A settembre il portafoglio di titoli di Stato italiani in mano alle banche era pari a 394,1 miliardi, in rialzo del 19% (63 miliardi) dai 331,1 miliardi di fine 2012. Nello stesso periodo il debito pubblico è salito del 4% (80 miliardi) a 2.068 miliardi da 1.988 di fine 2012
I massimi storici sono stati toccati lo scorso giugno con un portafoglio delle banche italiane a 401,7 miliardi e il debito pubblico a 2.076 miliardi.
Nel commentare le ultime aste in Italia, Vincenzo Longo, market strategist di IG, ha spiegato che: “le aste confermano il buon momento che sta vivendo il comparto governativo periferico europeo. L’unica nota stonata l’abbiamo vista sul titolo a 30 anni, il cui calo dei rendimenti non è stato così marcato come ci si aspettava e potrebbe essere proprio questa la ragione che ha spinto il Tesoro a non accettare tutta la domanda arrivata”.
Continuando, Longo ha affermato: “si rafforza ancora la domanda sul titolo a tre anni, che beneficia delle decisioni prese la scorsa settimana e quelle potenziali che potrebbero arrivare dalla Bce. Nelle ultime settimane sembrano essere state le aspettative sulle Banche centrali a dominare il mercato governativo mondiale. Se da un lato, la Bce favorisce la parte più breve della curva, dall’altro, la possibilità del taper a dicembre da parte della Fed tiene ancorati i titolo più a lunga scadenza, con i Tnote scesi ai minimi di settembre. Questo sta favorendo lo steepening della curva dei rendimenti della periferia dell’eurozona che stanno recuperando dopo le tensioni degli ultimi due anni”.