Economia

Debito globale senza freni, si spende più in interessi che in educazione e sanità

Il debito globale (compresi i prestiti di famiglie, imprese e governi) – secondo l’Institute of International Finance – raggiungerà i 315.000 miliardi di dollari nel 2024. Si tratta di tre volte il Prodotto interno lordo (PIL) globale. Una cifra enorme che se dovessimo dividere per 8,1 miliardi, ovvero la popolazione mondiale attuale, verrebbe fuori che ognuno di noi ha un debito di circa 39.000 dollari.

Debito globale: boom nel 2023

A livello globale, il debito pubblico ha registrato una forte impennata: 97.000 miliardi di dollari nel 2023, con un aumento di 5.600 miliardi di dollari rispetto al 2022. I Paesi in via di sviluppo rappresentano il 30% del debito globale totale. Ma il tasso di crescita del debito dei Paesi in via di sviluppo è doppio rispetto a quello dei Paesi sviluppati.

Ma a chi è in mano il debito globale? Sul totale il debito delle famiglie ammonta a 59,1 trilioni di dollari, quello delle imprese a 164,5 trilioni di dollari e quello pubblico (prestiti dei governi) a 91,4 trilioni di dollari. Molti paragonano questo livello di debito a quello registrato durante le guerre napoleoniche, circa due secoli fa.

Rischi di un debito elevato

Sebbene il debito,  sia un modo consolidato per finanziare le spese personali, istituzionali e nazionali, in una situazione come quella attuale il valore totale ha raggiunto un livello ingestibile in cui i mutuatari cedono gran parte delle entrate per servire solo il debito, principalmente in termini di interessi. Una situazione che giustifica l’allarme lanciato da diverse agenzie internazionali. .

Il 5 giugno, in un nuovo rapporto di valutazione intitolato A world of debt 2024: A growing burden to global prosperity, che il livello del debito pubblico non solo ha raggiunto un livello storico, ma minaccia anche la spesa per lo sviluppo dei Paesi, in particolare di quelli in via di sviluppo e poveri.

Il debito – vale la pena sottolinearlo –  diventa un rischio quando il rispettivo Paese non ha la capacità di ripagarlo. In una situazione del genere, il Paese interessato è costretto a dirottare i fondi per il proprio fabbisogno, riducendo al contempo i bilanci per i programmi di sviluppo.

È evidente che i Paesi che hanno meno capacità di rimborso sono anche quelli che hanno più bisogno di prestiti. Secondo l’ultima valutazione delle Nazioni Unite, nel 2023 i Paesi in via di sviluppo spenderanno 847 miliardi di dollari per il pagamento degli interessi. Si tratta di un aumento del 21% rispetto al 2021. Per questi Paesi, anche il tasso di interesse è più alto, fino a quattro volte quello degli Stati Uniti.

Questo si riflette sui bilanci. Ad esempio, il numero di Paesi africani con un rapporto debito/PIL superiore al 60% è passato da 6 a 27 nel periodo 2013-2023. Circa 27 Paesi africani destinano il 10% dei fondi governativi solo al pagamento degli interessi sul debito.

L’impatto sulla spesa per lo sviluppo è evidente. Secondo la valutazione delle Nazioni Unite, circa 3,3 miliardi di persone risiedono attualmente in Paesi in cui il pagamento degli interessi sul debito supera la spesa per l’istruzione o la sanità. In Africa, la spesa pro capite per gli interessi è di 70 dollari, superiore ai 60 dollari pro capite per l’istruzione e ai 39 dollari per la sanità.

In Italia si viaggia verso i 3 mila miliardi

Continua intanto la crescita del debito italiano. Che, dopo una breve discesa nel periodo estivo, si avvia a sfiorare e i 3 mila miliardi a fine 2024. Secondo le stime Mazziero Research il debito dovrebbe raggiungere i 2.929-2.947 miliardi a giugno per poi chiudere l’anno in una forchetta compresa tra 2.923 e 2.974 miliardi.

“La dinamica si manterrà in crescita ancora sino a luglio quando poi inizierà la fase di stabilizzazione che normalmente si presenta nella seconda parte dell’anno” si legge in una nota in cui si spiega che nei primi tre mesi del 2024 il debito è salito da 2.849 a 2.895 miliardi con un aumento di 46 miliardi. Nel mese di aprile il debito è destinato a salire ancora arrivando a ridosso della soglia dei 2.900 miliardi.