Il debito pubblico enorme, che prima di 10 anni non sarà possibile portare sotto il 100% del Pil, e la montagna di crediti deteriorati presente nelle pance delle banche rendono vulnerabile l’economia italiana in quanto “riducono i margini di manovra dello stato e degli intermediari finanziari”. Entrambi gli aspetti fanno sì che la terza economia dell’area euro rischia di non superare le turbolenze di mercato.
Questo potrebbe amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche”. Lo afferma il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle considerazioni finali sottolineando che “l’elevato debito pubblico è un fattore di vulnerabilità grave, condiziona la vita economica del paese”. Quanto alle sofferenze iscritte nei bilanci del travagliato settore bancario italiano, sono 20 i miliardi da smaltire secondo le stime del governatore della Banca d’Italia.
L’invito di Visco è quello di prendere rapidamente una decisione e di fissare i punti cardine. Adesione volontaria, cessione a prezzi non distante dal vero valore economico e piani di ristrutturazione definiti ex ante sono le indicazioni del numero uno di Bankitalia.
Lunedì 29 maggio i titoli azionari a Piazza Affari, in particolare quelli bancari, e i Btp sono stati martellati sui mercati per via della paura che si tengano elezioni anticipate in autunno e che queste aprano a uno scenario di ingovernabilità oppure di esecutivo guidato da forze anti europeiste. Nel weekend è arrivato infatti l’ok del MoVimento 5 Stelle alla legge elettorale plasmata sul modello proporzionale tedesco, con soglia di sbarramento al 5%.
Lo Spread tra Btp e Bund decennali si è allargato sopra i 185 punti base, penalizzando di riflesso come avviene in questi casi dato lo stretto intreccio tra debito sovrano e sistema bancario, anche le quotazioni delle banche, la cui performance è stato impattata negativamente anche dalle ultime novità sui due istituti veneti in crisi e a rischio bail-in, Pop Vicenza e Veneto Banca.
Secondo Visco per ritornare alla crescita vista prima dello scoppio dell’ultima crisi l’economia italiana dovrà aspettare il prossimo decennio. La crescita continua infatti a muoversi sotto i livelli pre-crisi, secondo il governatore di Via Nazionale. “Agli attuali ritmi di crescita il Pil tornerebbe sui livelli del 2007 nella prima metà del prossimo decennio” ha dichiarato Visco nelle sue considerazioni finali.
Per il governatore della Banca d’Italia i fattori frenanti sono rappresentati “dalle rigidità del contesto in cui operano le imprese, dalle debole dinamica della produttività , dall’insufficiente tasso di occupazione“.