ROMA (WSI) – I processi civili arretrati in Italia rappsentano un problema altrettanto grave di quello che il paese si trascina in termini di debito pubblico. Lo ha affermato il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, intervenendo al Convegno in Senato sulla presentazione del rapporto sulla giustizia civile.
Questo “arretrato, che aumenta, e di cui è sempre piu difficile liberarsi, ha lo stesso impatto soffocante che ha il debito pubblico sul paese”, ha avvertito.
“Bisogna liberarsi di questi fardellli, più si va avanti più non si risolve questo problema più la capacitl del paese di fare fronte ai processi civili si indebolisce”.
In generale Padoan ha rilevato che l’inefficienza del processo civile implica un aggravamento del problema dei costi del credito, già presente in Italia: “il costo del credto sale del 16 per cento se la durata dei processi è piu alta. Ci sono 70 punti base in più nei paesi più inefficienti.
Inoltre la dimensione delle imprese diminuisce e l’inefficienza della giustizia ha un impatto sulla capacità di crescita e di innovazione, assieme ad un effetto generale sulla fiducia verso le istituzioni, che “diminuisce, e questo è un effetto estremamente grave”.
“In molti paesi avanzati – ha ricordato Padoan – il non uscire dalla crisi è imputabile a un insufficiente stato di fiducia”.
Intanto oggi ha parlato anche Bankitalia, affermando che l’economia italiana si trova a un “passaggio difficile”, in cui le “debolezze congiunturali” si sovrappongono ai “problemi strutturali irrisolti”. E’ quanto ha sottolineato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo a un’iniziativa sul tema ‘Le sfide aperte sulla Banca di domani’, in occasione del Reload Banking organizzato dalla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo.
“Il potenziale di crescita si sta indebolendo – ha proseguito – la perdita di occupazione, in particolare tra i giovani e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie generano sfiducia, causano perdite di capitale umano. Non vi sono margini per sostenere la crescita mediante la leva del disavanzo.
L’elevato peso del debito pubblico, le tensioni dei mercati finanziari non lo consentono”.
Panetta ha poi affermato che “dobbiamo riprendere, con il concorso di tutte le migliori energie del paese, il programma di riforme avviato nell’ultimo biennio. Non possiamo più rinviare nel tempo la modernizzazione del nostro assetto produttivo, del sistema dell’istruzione e della ricerca, del funzionamento della pubblica amministrazione. Vanno rimossi, con decisione, gli ostacoli alla concorrenza e all’innovazione in tutti i settori. La razionalizzazione della spesa pubblica, la ricomposizione in favore di quella più produttiva dovranno consentire una decisa riduzione del carico fiscale sulla nostra economia”. (TMNEWS)