Economia

Debito pubblico ancora in aumento: cos’è e l’importanza del suo peso

Il debito pubblico italiano continua a crescere e tocca un nuovo record. Secondo quanto riportato dalla Banca d’Italia nel mese di luglio, è aumentato di 10,4 miliardi di euro rispetto al mese precedente, raggiungendo un totale di 2.858,6 miliardi di euro. Questo aumento è stato principalmente dovuto all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro, che è salito di 26,6 miliardi di euro, arrivando a 68,4 miliardi. Inoltre, l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, insieme alla rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e alle variazioni dei tassi di cambio, ha contribuito con 0,5 miliardi di euro all’aumento del debito. Questi fattori hanno più che compensato l’avanzo di cassa registrato dalle amministrazioni pubbliche, che è stato di 16,7 miliardi di euro.

La Banca d’Italia ha ridotto la sua quota di detenzione del debito pubblico al 25,2% rispetto al 25,4% del mese precedente. Nel mese di giugno, l’ultima data disponibile per questi dati, la quota detenuta dai non residenti è leggermente aumentata, arrivando al 26,9%, mentre quella detenuta dagli altri residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, è aumentata leggermente al 11,8%.

L’importanza del debito pubblico di un paese è un argomento ampio e complesso, e la sua rilevanza può variare in base a diversi fattori, tra cui la dimensione dell’economia del paese, la sua stabilità finanziaria e il contesto economico globale.

Debito pubblico, perchè è importante

Quando si parla di debito pubblico si intende il debito contratto da uno Stato per finanziare il proprio fabbisogno e rappresenta l’ammontare complessivo dei debiti che uno Stato contrae nei confronti di una platea differente di creditori, che possono essere individui, banche, imprese o altri Stati, attraverso l’emissione di titoli o obbligazioni allo scopo di finanziare le sue attività e colmare eventuali deficit economici nazionali. Negli ultimi anni, il debito pubblico italiano è continuato a salire vertiginosamente.

Il debito può essere suddiviso in due categorie principali:

  • Debito Estero: Come afferma Bankitalia, questo tipo di debito si verifica quando uno Stato contrae debiti con soggetti economici stranieri. In altre parole, il governo prende prestiti da fonti al di fuori dei confini nazionali. Questo può avvenire attraverso la vendita di titoli di stato o obbligazioni a investitori internazionali o tramite prestiti bilaterali o multilaterali da organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) o la Banca Mondiale.
  • Debito Interno: Il debito interno si verifica quando uno Stato contrae debiti con soggetti economici all’interno del proprio Paese. Questi creditori possono essere individui, istituzioni finanziarie o imprese nazionali. Il debito interno è spesso emesso attraverso la vendita di titoli di stato o obbligazioni sul mercato interno.

Il debito contratto deve essere restituito entro un determinato periodo di tempo e viene solitamente accompagnato da interessi, che costituiscono una voce di spesa pubblica. La gestione del debito è un aspetto fondamentale della politica economica di uno Stato, poiché un debito fuori controllo può portare a una condizione di insolvenza sovrana. In altre parole, se uno Stato non è in grado di onorare i propri obblighi di pagamento, può causare gravi conseguenze, tra cui il rischio di crisi economica, difficoltà nel pagamento dei salari pubblici, pensioni e servizi sociali, e il potenziale blocco dell’amministrazione pubblica, con conseguente recessione economica.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze è l’organo a cui spetta il compito di elaborare strategie di ottimizzazione nella gestione debito; ogni anno il ministero pubblica le Linee Guida della Gestione del Debito Pubblico, un documento per i partecipanti al mercato dei Titoli di Stato che illustra la strategia di emissione perseguita nei 12 mesi successivi per rendere sempre più chiare le motivazioni alla base delle scelte effettuate di volta in volta dal Tesoro sul mercato del debito sovrano.

Titoli di Stato: cosa sono

Gli strumenti principali utilizzati per accumulare il debito sono i titoli di stato. Sono obbligazioni emesse dai Governi per il finanziamento del proprio Paese e delle sue attività istituzionali. Per questo motivo sono anche chiamate “obbligazioni sovrane”. In Italia sono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) attraverso il Dipartimento del Tesoro. Rappresentano in altre parole un prestito allo Stato da parte dei sottoscrittori.

Seguendo il documento sul rapporto sul debito pubblico del 2022 del MEF, esistono cinque categoria di titoli di Stato:

  • Buoni Ordinari del Tesoro (BoT): Questi sono emessi con scadenze che vanno a 3, 6 o 12 mesi. Sono titoli a breve termine con scadenza non superiore ad un anno. La remunerazione,
    interamente determinata dallo scarto di emissione (dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo pagato), è considerata ai fini fiscali anticipata, in quanto la ritenuta per gli investitori individuali si applica al momento della sottoscrizione.
  • Certificati di credito del tesoro indicizzati all’euribor 6 mesi (ccteu): sono titoli a tasso variabile ed hanno una durata, di norma, pari a 7 anni. Gli interessi vengono corrisposti con cedole posticipate semestrali indicizzate al tasso Euribor 6 mesi. Sulla remunerazione incide anche lo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale a rimborso ed il prezzo pagato all’emissione
  • BTP Italia (BTp Italia): Lanciato per la prima volta nel marzo 2012, è un titolo di stato che offre rendimenti crescenti al crescere del tasso di inflazione nazionale. Per questo motivo svolge una funzione importante di sostegno al risparmio privato e di salvaguardia del potere di acquisto di cittadini e famiglie.
  • Certificati di Credito del Tesoro (CcT): Questi rappresentano un altro tipo di obbligazione emessa dal Tesoro italiano, utilizzata per coprire specifiche esigenze di finanziamento.
  • BTP Green: Sono una nuova tipologia di titoli di Stato italiani, emessi per la prima volta nel marzo 2021, e hanno lo scopo di finanziare le spese pubbliche legate alla protezione dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici.

Rapporto debito/Pil

Come afferma Bankitalia:

La Banca d’Italia elabora, sulla base delle regole statistiche fissate in ambito europeo, il debito delle Amministrazioni pubbliche (cosiddetto “debito di Maastricht”). L’aggregato è calcolato in coerenza con la definizione adottata ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione europea (Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee n. 479/2009), sommando le passività finanziarie del settore afferenti alle seguenti categorie: monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, prestiti; le passività finanziarie sono valutate al valore facciale. Il debito è inoltre consolidato ossia esclude le passività che costituiscono attività, nei medesimi strumenti, di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche.

Questi criteri sono utilizzati per determinare l’ammontare del debito pubblico di uno Stato in un modo uniforme e standardizzato, al fine di garantire la coerenza e la comparabilità dei dati tra i paesi membri dell’Unione Europea, come parte degli sforzi per monitorare e controllare i disavanzi eccessivi nei bilanci pubblici.

Un parametro ampiamente utilizzato per valutare la salute finanziaria di un paese è il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto Interno Lordo (PIL). In modo semplice, il PIL rappresenta il valore totale di tutte le attività produttive di un paese, compresi beni e servizi, durante un periodo di un anno. L’aggettivo “interno” nel PIL indica che, per esempio, nel calcolo del PIL italiano, vengono esclusi i beni e i servizi prodotti all’estero da cittadini italiani, ma vengono inclusi i beni e i servizi prodotti in Italia da cittadini stranieri.

Il rapporto debito/PIL è un indicatore importante poiché fornisce un’idea della dimensione del debito pubblico rispetto all’economia di un paese. Un rapporto debito/PIL elevato può suggerire che il debito pubblico è significativo rispetto all’attività economica del paese, il che potrebbe essere motivo di preoccupazione se il debito non è gestito in modo sostenibile. Tuttavia, è importante notare che un alto rapporto debito/PIL da solo non è necessariamente un indicatore di crisi finanziaria; la gestione del debito e il contesto economico globale sono fattori chiave da considerare nella valutazione complessiva della situazione finanziaria di un paese.

Secondo i dati dell’ufficio parlamentare di bilancio, l’Italia nel 2023 ha un rapporto debito/PIL del 142,1%, il secondo più in alto dopo la Grecia. Nei paesi dell’Eurozona, sopra quota 100% troviamo anche Francia, PortogalloBelgio e Spagna. Tra il 60 e il 100% troviamo CiproCroazia, Finlandia, Ungheria, AustriaSloveniaIrlanda Germania. Tutti gli altri restano al di sotto del 60 per cento.