Debutto col botto per Star, il mercato hi-tech cinese gestito dalla Borsa di Shanghai, che oggi ha chiuso il primo giorno di contrattazioni con un guadagno medio per i 25 titolo quotati del 160%.
Tra le neo-quotate, spicca la performance di Anji Microelectronics, produttore di materiali per semiconduttori, che nel primo giorno di contrattazioni ha segnato rialzi fino al + 520% prima di ridurre leggermente i guadagni.
Durante i primi cinque giorni di negoziazione, non viene imposto alcun limite di fluttuazione giornaliera (è al 10% per le borse di Shanghai e Shenzhen). Dopo questo breve periodo, tuttavia, il limite sarà del 20%.
Fino ad allora era principalmente Shenzhen, il secondo mercato azionario piu’ grande della Cina continentale dopo Shanghai, a distinguersi per la presenza tech.
Il fiume di soldi che si è riversato nel mercato ha creato, almeno sulla carta, diversi nuovi miliardari, compresi i fondatori di Suzhou HYC Technology e Zhejiang Hangke Technology.
All’insegna della prudenza, i primi commenti degli analisti:
“Questa impennata è pazzesca”, ha commentato Ronald Wan, amministratore delegato di Partners Capital International a Hong Kong, specificando che “questi guadagni non possano durare a lungo”.
Pechino spera che Star aiuti le aziende high-tech cinesi ad attingere a vaste ricchezze detenute da investitori locali. Non solo. Il nuovo listino ha inoltre l’obiettivo di attrarre leader globali come Alibaba (BABA) e Tencent (TCEHY), quotati sui mercati azionari di New York e Hong Kong.
Il debutto di Star avviene nel pieno della guerra commerciale. Non stupisce dunque che la Cina abbia incoraggiato le sue aziende a diventare meno dipendenti dal denaro e dalla tecnologia estera. Una campagna che si è intensificata durante l’escalation di tensioni con gli Stati Uniti e, in particolare, da quando l’amministrazione Trump ha inserito nella lista nera Huawei, uno dei principali produttori di smartphone globali e fornitore di reti 5G.
Questo progetto per creare a Shanghai una piattaforma azionaria dedicata ai titoli tecnologici, modellata sull’indice Nasdaq di New York, è stata svelata a novembre dal presidente Xi Jinping. I precedenti tentativi della Cina di creare un rivale al Nasdaq, che risalgono al 2009 e nel 2013, fallirono a causa della mancanza di società di qualità e di un fatturato limitato in azioni. Con lo Star di Shanghai, dicono alcuni osservatori, la storia potrebbe essere diversa.