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DECIMALIZATION: CHI VINCE E CHI PERDE

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Il passaggio dalle frazioni ai numeri decimali di tutti i titoli azionari dei mercati americani e’ appena iniziato e gia’ gli addetti ai lavori si chiedono quanto e come questo cambiamento influira’ sui mercati.

La casa di brokeraggio Merrill Lynch e’ convinta che a guadagnare dalla decimalizzazione saranno soprattutto gli investitori stranieri, europei in particolare, in quanto l’assenza delle frazioni rendera’ il mercato americano piu’ comprensibile e confrontabile e quindi, date le sue dimensioni, maggiormente appetibile.

“Il passaggio ai decimali garantia’ ai mercati statunitensi piu’ compatibilita’ e coerenza con i mercati globali, che gia’ trattano in decimali”, ha detto venerdi’ Winthrop Smith, presidente di Merrill Lynch International.

Ironicamente, a perderci di piu’ saranno proprio i broker come Merrill Lynch.

Un recente studio del Prof. S.Chakravarty dell’ Universita’ di West Lafayette e del Prof. R.Wood dell’ Universita’ del Tennessee, ha evidenziato come le prime vittime di questo processo, che si concludera’ il 9 Aprile 2001, saranno i brokers di Wall Street.

L’esperimento ha preso in esame sei titoli trattati all’American Stock Exchange e sette titoli trattati al New York Stock Excange gia’ decimalizzati dal 28 agosto e ha dimostrato come fino a oggi lo spread (differenza tra il livello di domanda e offerta) sui titoli dell’Amex sia crollato del 48%, mentre quello del NYSE sia crollato del 28%.

Bisogna tener presente che una delle principali fonti di profitto per i brokers e’ da sempre la differenza tra le offerte di acquisto (“bid”) e vendita (“ask”) – il cosiddetto “bid/ask spread”.

Ecco come funziona:

Il fatto che dal 1997 i titoli vengano quotati in frazioni di sedicesimo di dollaro (prima erano quotati in ottavi di dollaro) significa che la differenza (spread) tra le proposte di prezzo in acquisto (bid) e le proposte di prezzo in vendita (ask) si puo’ incrementare di 1/16 di dollaro in 1/16 di dollaro.

Traducendo i sedicesimi in centesimi di dollaro (100/16=6,25), l’incremento minimo necessario per “fare prezzo” e’ di ben 6,25 centesimi di dollaro (prima del 1997 questo incremento era addirittura di 12,5 centesimi).

D’ora in poi invece tale differenza tra i prezzi si spostera’ solamente di 1 centesimo di dollaro in 1 centesimo di dollaro. E questo incidera’ inevitabilmente sui margini di profitto di ogni singola transazione dei broker.