Economia

Def conferma crescita a zero: no manovra correttiva. Spettro aumento Iva

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Nonostante una crescita al lumicino il Governo conferma che non ci sarà nessuna manovra correttiva, nessuna nuova tassa. Anche se resta lo spettro di un aumento dell’Iva. Questo in estrema sintesi il quadro confermato dal Documento di economia e finanza, varato ieri da Palazzo Chigi e che certifica un quadro drasticamente cambiato rispetto a 3 mesi fa.

Il Pil tendenziale si ferma quest’anno a +0,1%, un valore lontanissimo dall’1,5% immaginato a settembre e anche dall’1% fissato prima di Natale e punta nei programmi a un +0,2% contando sulla spinta di sblocca-cantieri e decreto crescita. Deficit in rialzo al 2,4% e debito tendenziale al 132,8% del Pil.

Nel 2020 il debito dovrebbe però scendere al 131,3% del Pil, mentre nel 2021 l’obiettivo è per una percentuale del 130,2%. Il governo ha deciso di mantenere l’obiettivo dell’1% del Pil nel 2019 per le privatizzazioni

In serata una nota di Palazzo Chigi specifica:

“Confermati i programmi di governo: nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva. Sono i punti principali del Def approvato in Consiglio dei ministri, che fissa — aggiunge la nota — la crescita per il 2019 allo 0,2%”.

Aumento Iva, Borghi: “necessario” ma lo eviteremo

Sulla flat tax dopo il vertice fra il premier Conte, Tria e i due vicepremier Salvini e Di Maio prima del Cdm, il testo entrato con due aliquote a 15 e 20%, è uscito senza numeri specifici, ma con la volontà di riduzioni fiscali per il ceto medio. Al termine una nota di Palazzo Chigi rivendica la “conferma dei programmi di governo”.

Nonostante la crescita al lumicino e il debito schizzato almeno di mezzo punto rispetto alle previsioni di appena tre mesi fa, il governo si dice sicuro di rispettare ancora gli impegni presi con Bruxelles e punta tutto su cantieri e riforma del fisco per rianimare il Pil.

Il confronto tra le due anime della maggioranza si concentra sulla Flat Tax e il testo, che entra con l’indicazione di due aliquote al 15 e 20 per cento, esce senza riferimenti numerici ma con la volontà che della riduzione fiscali benefici già con la prossima manovra il ceto medio.

Sarebbe spuntato poi il nodo di come disinnescare l’aumento dell’Iva nel corso della riunione del Cdm che ha varato il Def. È quanto si apprende da fonti della maggioranza che assicurano, tuttavia, che i problemi saranno risolti. Sulla questione il vicepremier Luigi Di Maio, a quanto si apprende, sarebbe stato categorico, sottolineano che l’ipotesi che salga “non esiste”.

Il consulente economico della Lega e presidente della Commissione di Bilancio alla Camera Claudio Borghi è un po’ più realista, dicendo che un incremento dell’IVA è “necessario”, ma che il governo “non ha assolutamente intenzione” di lasciare che questo avvenga.