Il nuovo DEF, il Documento di Economia e Finanza programmatico, porta con sé una stangata per i cittadini, con l’aumento automatico di Iva e accise previsti dalle clausole di salvaguardia a partire dal 2019, per un totale di 31,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, l’aumento sarà di +12,4 miliardi nel 2019 e di +19,1 miliardi nel 2020, con un impatto di 1.312 euro nel biennio sulle spalle di 24 milioni di famiglie italiane.
Le associazioni dei commercianti, fra cui Confesercenti, avevano già lanciato l’allarme in previsione degli aumenti Iva con le clausole di salvaguardia e sull’impatto che avrebbero sui consumi. Secondo Confesercenti, la stangata sull’Iva porterebbe a perdere nel corso del prossimo triennio 23 miliardi di euro di spesa, circa 885 euro a famiglia e andrebbe a colpire la domanda interna, che farebbe rallentare anche il Pil.
Il DEF è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2018 e ora trasmesso a Bruxelles entro la scadenza del 30 aprile. Si tratta, spiega il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, di un Documento di economia e finanza “a politiche invariate, che non contiene parti programmatiche e riforme” perché “spettano al prossimo governo”.
L’associazione a tutela dei consumatori Adusbef che per anni è stata guidata da Elio Lannutti, candidato per il MoVimeno 5 Stelle alle ultime elezioni politiche, chiede di scongiurare tali aumenti al governo che verrà, anche se ritiene difficile:
“dopo l’improvvido varo del Def, che la Commissione Europea possa esprimere un giudizio positivo, in presenza di una eventuale congiuntura sfavorevole, anche se si dovessero trovare, nella Nota di Aggiornamento al DEF, le coperture necessarie per sterilizzare tali clausole”.
Come successo lo scorso anno, sarà infatti possibile sterilizzare le clausole di salvaguardia con misure alternative e futuri interventi legislativi. Si calcola che serviranno 12,5 miliardi di euro.