Con lo scostamento di Bilancio da 40 miliardi, concordato in Consiglio dei ministri questo pomeriggio, il rapporto deficit/Pil dell’Italia arriverà all’11,8% del Pil, assumendo che nel 2021 la crescita per il Pil tricolore sarà del 4,5%.
E’ quanto trapelato da Palazzo Chigi. Con questa ulteriore sterzata espansiva, che ora attende l’ok del Parlamento, saranno varate nuove misure a sostegno, in particolare, di partite Iva e imprese. Queste ultime “rappresentano più di metà degli impegni previsti sul 2021”, si legge nella bozza del Def.
Per le Pmi sarà prorogata “dal 30 giugno a fine anno” la scadenza del regime di garanzia, e sarà estesa anche la moratoria sui crediti. “Saranno inoltre reintrodotti rinvii ed esenzioni di imposta già attuati nel 2020” e “innalzato il limite delle compensazioni”. Secondo le previsioni del governo il decreto che utilizzerà i fondi autorizzati dall’ultimo scostamento di bilancio sarà emanato “entro la fine di aprile”.
Deficit record dai tempi di Maastricht
L’ultima volta che il deficit italiano aveva superato la soglia dell’11% era il 1991: sarebbe la prima volta che il disavanzo si porta a livelli tanto elevati dalla firma del Trattato di Maastricht, che, fra le altre cose, aveva fissato il famoso tetto al disavanzo pubblico del 3%.
Palazzo Chigi ha fatto trapelare che questo deficit record è da attribuirsi “alle misure di sostegno all’economia e alla caduta del Pil”. Spese che aumentano, dunque, mentre la produzione si è ridotta – ma è proprio per questo che si sta spingendo sull’acceleratore del deficit: è il tentativo di minimizzare l’impatto delle chiusure.
Il governo prevede che, dopo il recupero del 4,5% nel 2021, il Pil italiano potrà salire del 4,8% nel 2022, del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024. Ovvero “tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”, sottolineano da Palazzo Chigi dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza.
Dopo la vampata del 2021, il deficit è previsto in calo al 5,9% nel 2022, per poi passare al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Si tornerà sotto il tetto del 3% solo dal 2025, secondo le previsioni del governo italiano.
Per quanto riguarda il debito, infine, “il rapporto debito/Pil è stimato al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024”.
Nel frattempo si avvicinano gli appuntamenti del debito italiano con le agenzie di rating. Il 23 aprile, sarà il turno dell’agenzia S&P, seguiranno DBRS il 30 aprile, Moody’s il 7 maggio per concludere con Fitch il prossimo 9 giugno.