ROMA (WSI) – Incubo deflazione in Eurozona, quali saranno le ripercussioni sul mercato immobiliare italiano?
Da MonitorImmobiliare.it: “Il mercato della casa potrebbe tornare a rallentare: non tanto per quanto riguarda i prezzi, dove nessuno sano di mente si aspettava dal 2015 un’inversione di tendenza rispetto 2014 (quindi ancora quotazioni in ribasso, ma senz’altro con rasature minori rispetto a quelle viste nel biennio horribilis del 2011-2012). La partita era aperta invece sui volumi di compravenduto, dove ci si aspettava un rimbalzo, cioè una leggera ripresa del numero di transazioni complessive che nel 2014 non hanno superato le 415-420mila unità scambiate. Così come dal mercato del credito per l’acquisto della casa, dove le banche sembravano seriamente intenzionate a riaprire i rubinetti”
“Siamo solo all’inizio dell’anno, quindi è affrettato azzardare bilanci sul 2015 – dichiara in un’intervista rilasciata a MonitorImmobiliare Luca Dondi, direttore generale e responsabile del dipartimento di Real estate di Nomisma- ma in ogni caso oggi lo scenario va rivisto alla luce di queste ultime indicazioni. La debolezza dell’economia italiana – che i nuovi dati rafforzano, invece che alleggerire – tolgono ossigeno a quella flebile ripresa del mattone residenziale, di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi. Non mi aspetto un crollo delle vendite, anche perché i livelli di transato sono arrivati a livelli talmente ridotti da non poter subire questo tipo di contraccolpi”.
Più delicato invece il discorso del credito perché le banche saranno certamente riluttanti ad aprire i rubinetti, in un contesto macroeconomico così fragile.
“Sul fronte mutui – fa notare Dondi – potrebbe verificarsi una nuova frenata dell’erogazione, a cui potrebbe accompagnarsi anche una frenata della domanda di mutui da parte delle famiglie, che invece nell’arco degli ultimi 12 mesi si sono riaccostate al finanziamento della casa”.
Monitorimmobiliare sottolinea che poi che “più complessa – anche perchè giocata su dinamiche economiche internazionali – la situazione sugli altri segmenti dell’immobiliare, su tutto quello che non è casa, ma real estate vero e proprio, dominato dai fondi immobiliari che devono vendere gli immobili in portafoglio e dagli investitori stranieri che – opportunistici o long term – sono tornati a riaffacciarsi sul mercato italiano, a caccia di buoni affari. Con questi chiari di luna, la partita rischia di tornare indietro nel tempo, quando i capitali dall’estero evitavano accuratamente il nostro Paese, preferendo puntare su mercati più sicuri e performanti. Oggi – tanto per restare in Europa e in un Paese vicino – stanno ad esempio per prendere la via di una Spagna che ha saputo voltare pagina meglio e prima di noi.
Intanto stamattina è stato pubblicato 2014 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento che, nel terzo trimestre del 2014, ha segnato una flessione -0,5% rispetto al trimestre precedente e -3,9% su base annua, stando ai dati provvisori resi noti dall’Istat.
Il calo su base congiunturale dipende esclusivamente dal ribasso dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,7%). Per le abitazioni nuove si registra invece un aumento dei prezzi rispetto al trimestre precedente (+0,7%), il primo dopo due anni.
La flessione tendenziale dell’indice generale è la sintesi delle diminuzioni su base annua dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-4,8%) sia di quelle nuove (-1,3%). (Lna)