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(WSI) – Leonardo Del Vecchio scalza Silvio Berlusconi dal podio dei Paperoni di Piazza Affari. La corsa del titolo Luxottica e il colpo di forbice alla quota Fininvest in Mediaset (scesa dal 50% al 34%) hanno rivoluzionato la testa della classifica 2005 degli imprenditori più ricchi in Borsa. Il manager di Agordo – che in portafoglio ha anche quote Beni Stabili e Unicredit – ha visto il suo patrimonio azionario lievitare del 37% a 7,6 miliardi da dicembre 2004, superando così in un colpo solo i Benetton (più o meno stabili a 6,05 miliardi) e la famiglia del premier.
Fininvest – tra Mediolanum, Mondadori, Mediaset e Capitalia – vale oggi sul listino 6,1 miliardi, due in meno di fine 2004, non solo per la cessione del 16% di Mediaset ma anche per la performance non brillantissima dei titoli delle tv (-2% in un anno molto positivo per il listino). Il riscatto di casa Berlusconi potrebbe però arrivare in tempi brevi: in portafoglio a Fininvest infatti c´è oltre un miliardo di euro pronto per essere investito. E se questa liquidità sarà dirottata verso Piazza Affari la leadership del numero uno di Luxottica potrebbe presto tornare in discussione.
Il trio di testa stacca di diverse lunghezze gli aspiranti Paperoni. L´inseguitore più vicino – a metà strada tra Del Vecchio & C. e il “gruppone” attestato tra gli uno e i 2 miliardi di valore – è la famiglia Drago-Boroli. I padroni della De Agostini con la quotazione della Toro (che si è aggiunta alle quote Lottomatica e Capitalia) ha più che raddoppiato il portafoglio azionario a 3,7 miliardi. A distanza – in grande ascesa – inseguono i Garrone che grazie al boom del greggio e alla corsa del titolo Erg sono saliti al quinto posto passando da 880 milioni a oltre 2 miliardi di patrimonio. Scalano la classifica anche i re delle scarpe. Mario Moretti Polegato (Geox) tallona i petrolieri liguri a 1,7 miliardi mentre dopo i Caltagirone (cresciuti a 1,67 miliardi) c´è a un´incollatura Diego Della Valle che ha visto i suoi beni in Borsa aumentare del 56% a 1,61 miliardi.
Nelle parti alte della classifica, grazie anche all´anno più che soddisfacente per Piazza Affari, ci sono pochi segni meno. Gli unici in rosso – oltre a Fininvest – sono Marcellino Gavio, scivolato dal quinto al nono posto della hit-parade ma rimasto comunque non distante dagli 1,5 miliardi e Marco Tronchetti Provera. Il valore della sua quota diretta in Camfin (il primo anello della catena che porta qualche piano più sotto a Telecom) è sceso del 5% a 360 milioni. Perde posti in classifica, ma solo perché ha monetizzato con una maxi-plusvalenza parte della sua quota in Edison, anche il finanziere Romain Zaleski, pure lui però gettonato dai bookmaker per nuovi investimenti a breve a Piazza Affari con Banca Intesa e Telecom nel mirino. Il club dei miliardari festeggia invece un gradito rientro: si tratta di Silvio Scaglia, che in attesa di decidere cosa fare della sua quota in Fastweb (e grazie anche alle voci di vendita) vale oggi in Borsa poco più di un miliardo. A un passo da questa soglia psicologica si sono fermati invece i Garavoglia della Campari (964 milioni).
Attorno a questi valori si sono attestati a fine anno anche gli immobiliaristi, vulcanici e discussi protagonisti delle scalate bancarie dell´ultima estate. Stefano Ricucci, ad esempio, tra Rcs e Antonveneta si ritrova ancora padrone di partecipazioni per 800 milioni. Bruscolini rispetto allo stratosferico portafoglio di 1,7 milioni che controllava appena 6 mesi fa, prima di finire nella bufera. Luigi Zunino e Danilo Coppola navigano invece attorno al miliardo, grazie soprattutto all´azzeccatissimo investimento in Mediobanca.
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