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Delusione Pil Usa: +2,6% nel quarto trimestre 2014

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NEW YORK (WSI) – La crescita Usa rallenta il passo. Nel quarto trimestre il Pil ha segnato – secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Commercio – un aumento del 2,6%. Si tratta di un progresso quasi dimezzato rispetto al terzo trimestre quando la crescita è stata del +5%. Gli analisti si aspettavano un aumento del 3,2%.

La spesa dei consumatori, componente principale del Pil, è salita del 4,3% in rialzo rispetto al +3,2% del terzo trimestre. Si tratta del più forte rialzo dal primo trimestre del 2006.I consumi delle famiglie sono saliti, dunque, beneficiando anche del risparmio sulla bolletta energetica, ma sono calati gli investimenti delle imprese, così come la spesa pubblica e la domanda proveniente dall’estero.

Nel dettaglio investimenti delle imprese sono aumentati solamente dell’1,9%, con le società che hanno speso in prodotti industriali, mentre hanno tagliato l’acquisto di attrezzature. La spesa governativa è calata del 2,2%, soprattutto a causa del taglio degli investimenti per la difesa.

Deboli inoltre le esportazioni, cresciute solamente del 2,8%, in calo dal +4,5% del terzo trimestre. Del resto la domanda proveniente dall’estero ha risentito dell’andamento dell’economia europea e del rallentamento di quella cinese. Se il dato sarà confermato, il PIl complessivo per il 2014 si attesterà a +2.4%, in progresso rispetto al +2,2% del 2013% e al +2,3% del 2012.

Per Paul Ashworth, capo economista di Capital Economics, il rallentamento del quarto trimestre non deve preoccupare. “Con il crollo del pezzo del petrolio, ci aspettiamo che il rafforzamento dei consumi continui anche nella prima metà di quest’anno. Per l’intero 2015, le nostre stime sono per un aumento del Pil del 3%”.

Nonostante l’economia sia in espansione, l’inflazione Usa è debole, complice la caduta del prezzo del greggio. L’indice dei prezzi della spesa personale, seguito dalla Fed, è aumentato dello 0,5% nel quarto trimestre, dopo il +1,2% del terzo trimestre. Il livello è lontano dal target del 2% della Fed. L’indice core, al netto del prezzo della benzina e dei generi alimentari, è salito dell’1,1%, dopo il +1,4% del trimestre precedente. (mt)