ROMA (WSI) – Dopo i recenti fatti di cronaca sui pericoli che una dieta vegana può comportare sulla salute dei più piccoli (l’ultimo riguarda il ricovero di un bimbo di 11 mesi lo scorso luglio per grave malnutrizione) la deputata forzista Elvira Savino è passata alle contromisure parlamentari: proporre una legge che renda perseguibile penalmente chi “impone o adotta nei confronti di un minore degli anni 16, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso”.
La pena massima arriverebbe a un anno di reclusione, due nel caso in cui il minore in questione non abbia compiuto i tre anni di età. Non solo: se l’imposizione della dieta vegana provoca “al minore una malattia o una lesione personale permanente, la pena è della reclusione da due anni e sei mesi a quattro anni”; in caso di morte conseguente, “la pena è della reclusione da quattro a sei anni”.
Proteggere lo sviluppo dei minori in questi termini equivarrebbe a una condanna de iure circa la salubrità della dieta vegana, perlomeno per i minori in fase di sviluppo: facile, dunque, immaginare le polemiche che deriverebbero da un’eventuale approvazione della legge. Savino lo scrive chiaramente nella premessa alla sua proposta: l’alimentazione vegana o vegetariana “è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3″, per questo privare i figli di “alimenti di origine animale e loro derivati” espone a rischi.
“Ormai da anni e, in modo particolare, nell’ultimo decennio si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell’individuo”, scrive la deputata di Forza Italia, contraria a simili ragionamenti consequenziali se “a essere coinvolti” in questa dieta “sono i minori”.