Tra le varie detrazioni fiscali di cui può godere il contribuente troviamo quelle relative ai figli a carico. Ma di cosa si tratta e come funziona? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle detrazioni per i figli a carico.
Detrazione per i figli a carico 2023: come funziona
E’ l’Agenzia delle Entrate sul suo sito online che spiega come il contribuente che ha figli fiscalmente a carico ha diritto a detrazioni dall’Irpef il cui importo varia in funzione del suo reddito complessivo.
Una persona si considera fiscalmente a carico di un suo familiare quando dispone di un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Solo per i figli di età non superiore a 24 anni, dal 1° gennaio 2019 questo limite è aumentato a 4.000 euro. La detrazione di base per i figli a carico è attualmente pari a:
- 1.220 euro, per il figlio di età inferiore a tre anni;
- 950 euro, se il figlio ha un’età pari o superiore a tre anni.
Se in famiglia ci sono più di tre figli a carico, questi importi aumentano di 200 euro per ciascun figlio, a partire dal primo. Per il figlio con disabilità, riconosciuto tale ai sensi della legge n. 104 del 1992, si ha diritto all’ulteriore importo di 400 euro.
Come si calcolano le detrazioni effettive
Per determinare la detrazione Irpef effettiva è necessario moltiplicare la detrazione teorica per il coefficiente che si ottiene dal rapporto tra 95.000, diminuito del reddito complessivo, e 95.000.
Nel reddito complessivo non va considerata l’abitazione principale e le relative pertinenze. Va compreso, invece, il reddito dei fabbricati locati assoggettato al regime della cedolare secca. La formula per il calcolo è la seguente: “detrazione teorica X 95.000 – reddito complessivo95.000″.
L’Agenzia delle Entrate fa anche un esempio: contribuente che ha un reddito complessivo annuo di 30.000 euro e un figlio con disabilità a carico di 10 anni.
La detrazione effettiva per il figlio a carico è pari a 923,67 euro e va calcolata nel modo seguente: 1.350 (detrazione base) X 95.000 – 30.00095.000 = 1.350 X 0,6842 = 923,67.
Come viene ripartita la detrazione fra i genitori
La detrazione per figli a carico non può essere ripartita liberamente tra entrambi i genitori. Se i genitori non sono legalmente ed effettivamente separati la detrazione per figli a carico deve essere ripartita nella misura del 50% ciascuno. Tuttavia i genitori possono decidere di comune accordo di attribuire l’intera detrazione al genitore con reddito complessivo più elevato per evitare che la detrazione non possa essere fruita in tutto o in parte dal genitore con il reddito inferiore.
In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio la detrazione spetta, in mancanza di accordo tra le parti, nella misura del 100% al genitore affidatario oppure in caso di affidamento congiunto nella misura del 50% ciascuno. Anche in questo caso, i genitori possono decidere di comune accordo di attribuire l’intera detrazione al genitore con reddito complessivo più elevato; tale possibilità permette di fruire per intero della detrazione nel caso in cui uno dei genitori abbia un reddito basso e quindi un’imposta che non gli consente di fruire in tutto o in parte della detrazione.
Se un genitore fruisce al 100% della detrazione per figlio a carico, l’altro genitore non può fruirne. La detrazione spetta per intero ad uno solo dei genitori quando l’altro genitore è fiscalmente a carico del primo e nei seguenti altri casi: ¡ figli del contribuente rimasto vedovo/a che, risposatosi, non si sia poi legalmente ed effettivamente separato ¡ non è legalmente ed effettivamente separato. Si ha, invece, diritto per il primo figlio alla detrazione prevista per il coniuge a carico quando l’altro genitore manca perché deceduto o non ha riconosciuto il figlio oppure per i figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente se non si è risposato o se risposato si è legalmente ed effettivamente separato.
Come indicare le detrazioni per figli a carico nel 730
Guardando al modello 730, in genere i righi relativi ai figli e agli altri familiari a carico sono quelli da 2 a 5. Come si legge nelle istruzioni del modello 730, nel rigo 2 devono essere indicati i dati relativi al primo figlio.
- Colonna 1: barrare la casella ‘F1’ se il familiare indicato è il primo figlio a carico (vale a dire quello di età anagrafica maggiore tra quelli a carico) e la casella ‘F’ per i figli successivi al primo.
- Colonna 2: barrare la casella ‘A’ se si tratta di un altro familiare.
- Colonna 3: barrare la casella ‘D’ se si tratta di un figlio con disabilità. Se viene barrata questa casella non è necessario barrare anche la casella ‘F’.
- Colonna 4 (codice fiscale): indicare il codice fiscale di ciascuno dei figli, tranne di quelli in affido preadottivo, e degli altri familiari a carico.
- Colonna 5 (n. mesi a carico): indicare il numero dei mesi dell’anno durante i quali il familiare è stato a carico (‘12’ se il familiare è stato a carico per tutto il 2021). Se, invece, è stato a carico solo per una parte del 2021, riportare il numero dei mesi corrispondenti. Per esempio, per un figlio nato nel mese di agosto 2021 la detrazione spetta per cinque mesi, pertanto nella casella indicare ‘5’.
- Colonna 6 (minore di 3 anni-mesi a carico): indicare il numero dei mesi dell’anno durante i quali il figlio a carico ha un’età inferiore a 3 anni. Per esempio, per un figlio nato nel 2020, nella casella indicare ‘12’; per un figlio che ha compiuto 3 anni nel mese di maggio 2021, indicare ‘5’.
- Colonna 7 (percentuale): indicare la percentuale di detrazione spettante.
- Colonna 8 (detrazione 100% affidamento figli): la casella va barrata, nel caso di affidamento esclusivo, congiunto o condiviso dei figli.
dal genitore che fruisce della detrazione per figli a carico nella misura del 100%.