Un gigante dai piedi d’argilla è quello che secondo gli analisti di Moody’s nascerà dalla fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank.
Le nozze tra i due big bancari tedeschi andrebbe a creare la quinta banca al mondo per totale degli attivi (total asset), un colosso da 1.800 miliardi di euro e 530 miliardi di asset, piazzandosi subito dopo Bnp Paribas, Hsbc, JP Morgan Chase e Bank of America. Se realizzata bene, la fusione, scrive l’agenzia di rating Moody’s, avrà il potenziale di generare utili a lungo termine.
Ma se il colosso ridurrà con successo i costi, difendendo bene il lato ricavi e riuscendo a proteggersi da una concorrenza sempre più forte, “la redditività potrebbe superare i livelli di rendimento previsti nell’ipotesi di base, restando però dietro le maggiori banche a livello globale”.
Vigilanti Bce contrari alla fusione delle due banche tedesche
Un accordo non creerebbe fin da subito una realtà più forte (…) l’operazione potrebbe verificarsi a un prezzo di acquisto inferiore al valore tangibile di libro e quindi il capitale tangibile dell’acquirente ne trarrebbe vantaggio grazie all’avviamento negativo (badwill) che potrebbe essere compensato da diversi altri fattori, come per esempio la deduzione dei beni immateriali aggiuntivi o le perdite legate al calcolo del fair value sui prestiti acquisiti.
Accoglienza fredda alle nozze tra Deutsche Bank e Commerzbank anche da parte della Bce. Parlando al Financial Times, il neo presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria, alla domanda se non andrebbe favorito un rafforzamento delle banche europee per metterle al passo con la concorrenza dei `big´ asiatici e americani, risponde:
Non amo particolarmente l’idea dei campioni nazionali, di campioni europei; penso che specialmente quando sei la Vigilanza, Non dovresti promuovere un particolare obiettivo strutturale.